Risalendo la Traversa dei Monti, dopo il distributore di benzina e prima dell’insegna che svela l’altitudine della cittadina, una lunga curva accoglie un locale diventato ormai punto di riferimento per abitanti e turisti, primo vero biglietto da visita di Montalcino. È l’Enoteca Bruno Dalmazio, che lo scorso mese ha festeggiato 30 anni di vita.
“Tutto iniziò nel 1988 - racconta alla Montalcinonews Dalmazio, fondatore e proprietario dell’enoteca, che conta sette dipendenti - si parla di preistoria, c’erano una cinquantina di aziende, la maggior parte dei produttori è arrivata negli ultimi 25 anni”. Dalmazio, napoletano, si trovò proiettato in Toscana per questioni di cuore. Sua moglie venne chiamata nella filiale di Montalcino del Monte dei Paschi, lui scelse di seguirla. “Cominciai facendo il vendemmiatore alla Banfi - spiega - poi lavorai come ragioniere a Col d’Orcia. Fu lì che venni a conoscenza di un progetto, ideato da Annibale Parisi: mettere insieme piccoli artigiani per vendere i prodotti tipici fuori da Montalcino. Una società di produttori di salumi, formaggi, dolci, miele, vino. Il marchio era “Collina d’Italia”. Nell’ottobre 1988 rilevammo un’officina. Eravamo tre operativi: io, Annibale Parisi e Marco Parri. Coprivamo tutta la Toscana, più qualche cliente nel resto d’Italia. Vendevamo soprattutto alle gastronomie. Sembra strano, ma non ha funzionato perché ha avuto troppo successo. Un eccesso di domanda rispetto all’offerta, che i piccoli produttori non riuscivano a soddisfare”.
Nel settembre 1990 Altesino acquistò parte della società, che dopo qualche anno abbandonò il mercato all’ingrosso per puntare forte sui negozi. “Ne aprimmo una decina in tutta Italia, tra i quali uno sul Naviglio e uno a Rozzano - ricorda Dalmazio - nel 1992 aprimmo il primo wine bar a Montalcino, ovvero l’attuale enoteca, ma non ebbe il successo sperato, forse perché i tempi non erano ancora maturi. La gente ci chiedeva cosa fosse… E pensare che oggi lo fanno tutti!”. Bruno decise di licenziarsi e di continuare nel mondo della distribuzione. Poi, nel 1998, Altesino cedette l’attività. “La comprai con un mio amico, io presi l’enoteca e lui il ristorante. Nel 2005 sono rimasto solo, dopo la crisi del 2008 mi sono buttato al 100% sul vino. Il 90% del fatturato del commercio all’ingrosso viene da lì”.
Arriviamo poi alla storia recente. Nel 2017, durante Benvenuto Brunello, Dalmazio ha ricevuto insieme al ristorante Il Giglio il premio speciale Leccio d’Oro. L’anno scorso, a giugno, ha aperto un punto vendita a Siena, in Via Fiorentina, inaugurato ufficialmente il 15 dicembre. “È un punto di appoggio, uno sportello avanzato che conta 1.200 etichette (l’enoteca a Montalcino ne ha circa 4.000, ndr) - spiega - visto che da Siena in su eravamo poco presenti sul mercato. La logistica è ottima, ci sono parcheggi intorno ed è all’uscita della superstrada. Nasce per incrementare il commercio all’ingrosso, ma con mia meraviglia stiamo avendo un buon riscontro anche dalla gente del posto per gli acquisti al dettaglio. Se continua così dovrò assumere altro personale!”.
Trent’anni sono un periodo abbastanza lungo, un segmento temporale dove Bruno, dalla sua enoteca, ha visto la città trasformarsi radicalmente. “Montalcino era veramente bella, a misura d’uomo, me ne sono subito innamorato. Con lo sviluppo economico, di cui anch’io ho beneficiato, si è tuttavia perso un po’ quel fascino di piccolo paese che mi ha catturato al mio arrivo”.