Cinque scuole in dieci anni per i bambini del Laos. L’impresa è firmata da Andrea Rabissi, ma il merito va esteso a tutta Montalcino. Che in un decennio, tramite cene, feste, tombolate, eventi di beneficenza e vendite di calendari, ha donato qualcosa come 80.000 euro per la costruzione di cinque edifici scolastici. L’ultimo circa un mese fa, quando Rabissi è volato in Asia dopo aver raccolto 20.000 euro. Per la quinta scuola ne bastavano 13.000, il resto è servito a costruire un soffitto nella terza scuola, sostituirne uno nella prima e terminare una scuola nel villaggio di Nam Phoune, dove mancavano porte e finestre. È stato inoltre acquistato un impianto audio e un tavolo con sei sgabelli per la scuola materna di Banekang, sono stati consegnati degli occhiali ed è avvenuto uno scambio di materiali con le scuole di Montalcino. Le materne di Nam Phoune e Montalcino si sono scambiate segnalibri, mentre le elementari di Banekang, Phonxay e Montalcino e le elementari di Nam Line e Torrenieri hanno disegnato rispettivamente degli zaini e degli astucci, per poi scambiarseli.
“È una cosa incredibile - commenta Rabissi alla Montalcinonews - tutti hanno risposto in maniera positiva, tra associazioni, Quartieri di Montalcino e Contrade di Montisi, organizzando eventi o contribuendo a vendere calendari. Mi impegno a fissare due-tre serate dove spiegherò nel dettaglio quello che è stato fatto”. Se si escludono le donazioni di Monsignor Alessandro Staccioli, già vescovo di Montalcino e missionario in Laos e attualmente residente in Piemonte, il contributo al progetto è 100% montalcinese.
Progetto che, come detto, inizia nel 2008, quando Andrea Rabissi, insieme ai “ragazzi del ’55”, dà il via al progetto “C’arriviamo a 17”: l’obiettivo è raccogliere 17.000 euro per costruire una scuola in Laos. Ne vengono raccolti il doppio (35.000 euro), e allora raddoppia pure l’obiettivo: costruire due edifici scolastici. Dalla terza scuola, il progetto si snellisce (non più tre aule ma due) e si abbattono pure i costi: non serve più un’impresa edile, da pagare restano solo il materiale e il progetto perché sono gli stessi cittadini del posto a dare una mano alla costruzione. Adesso, raggiunta quota cinque, il progetto si porta a compimento. Anche se “resto disponibilissimo per altre iniziative”, aggiunge Rabissi.