Non sono stati mesi felici per Montalcino quelli del 2018. Tante persone, purtroppo, se ne sono andate. Troppe. Ma il loro ricordo è sempre vivo, nel cuore e nella mente di coloro che li hanno conosciuti e con cui hanno passato insieme momenti belli di vita. Alla mail della nostra redazione è arrivato il ricordo scritto da Bruno Bonucci e dedicato a Walter Lucherini. Lo pubblichiamo integralmente.
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A 50 giorni dal commiato di Valter
“Beato l’uomo … nel cui spirito non è inganno” (Salmo 32).
Al di là delle conversazioni amabili e divertenti, al di là dei conflitti capii che per Valter il Sì era Sì, il No era No. Mai ‘si però’ e mai ‘no però’. Con lui una stabile e riposante tranquillità per me.
Era pessimista? Non lo era nel senso comune. Il suo pessimismo rientrava nella dialettica interiore da cui traeva sicurezza e serenità. S’inquietava, non mi perdonava certe ingenuità, quasi fossero false.
Non era facile. Amava il silenzio ed economizzare nei giudizi. La severità che spesso mostrava si scioglieva in tenerezza quando nel fare e nel dire, percepiva la sincerità.
Amava Montalcino e ne condannava le chiusure. Aveva in uggia il conservatorismo e amava conservare ciò che gli ‘apparteneva’.
L’avevo creduto ambizioso. Poi capii che anche quella misurata eleganza esteriore, le puntuali abitudini giornaliere non potevano non essere: non erano un abito da scena, riflettevano l’equilibrio interiore.
Addio Valter.
Bruno
Scusatemi, ho letto l’articolo, volevo sapere se il Sig. Lucherini era un Professore di Francese. Ho avuto un insegnante di Montalcino alle superiori a Grosseto e si chiamava proprio Walter Lucherini. Ho dei bei ricordi. Fatemi sapere se possibile. Grazie
Sì Nicola.