“Il libro è il risultato di un mio lavoro del 1998 come allegato a un quindicennale montalcinese, “La Piazza”. Adesso la Proloco di Torrenieri ha ripreso in mano quel lavoro con l’aiuto preziosissimo del professor Raffaele Giannetti e i disegni dell’architetto Antichi”. A parlare, in visita alla Montalcinonews, è lo storico Bruno Bonucci, che il 25 novembre all’Etoile di Torrenieri ha presentato la sua nuova pubblicazione dedicata al borgo che gli ha dato i natali, Torrenieri, alla presenza dello stesso Giannetti e dei professori Mario Ascheri e Ugo Sani.
Dopo una corposa introduzione di Giannetti sull’onomastica di Torrenieri, il libro si struttura in due parti. Nella prima parte “c’è un’immaginaria ricostruzione della Francigena - spiega Bonucci - questa strada che collegava Roma al Nord Europa. Torrenieri è la “mansione”, cioè la fermata della Via Francigena, e diventerà in età moderna borgo della Via Regia Romana Postale, avendo a che fare con la stazione della posta del Granduca”. Bonucci si basa su uno Stato d’anime trovato nell’archivio vescovile, appartenente alla parrocchia di Torrenieri, che illumina sulla situazione del borgo nel XVII secolo. “Il parroco che compila lo Stato d’anime descrive con attenzione i luoghi, indica le locande aperte. Esisteva un ospedale, l’Ospedale di Sant’Antonio, che il Granduca aveva suggerito ai torrenieresi di rinnovare. Loro si impegnarono a fondo ma alla fine il Granduca lo affidò a un magnate senese, il Guglielmi, privatizzandolo. Un fatto che avrà suscitato forti reazioni nei cittadini”.
Dal Cartolaio della Repubblica di Siena, documento del XIII secolo, Bonucci risale poi alla confinazione di Torrenieri. “I mensuratores con un notaio piazzano i cippi della confinazione, cominciando dall’Asso, a sud-ovest di Torrenieri, risalendo i poggi fino alla Francigena, all’altezza del Galluzzino, per poi raggiungere Castel Verdelli. Poi fanno il giro dell’altra metà del territorio, fino ai confini che sono grossomodo quelli dell’odierno Comune di Montalcino”.
Il libro contiene gli indici analitici, con i nomi di persone e luoghi utilissimi per permettere un’agevole consultazione. “Mi sembra di aver riportato diverse indicazioni utili, sarei molto felice se qualche giovane di Torrenieri avesse voglia di lavorarci sopra”, sottolinea Bonucci.
Ma vedendo la Torrenieri del passato, com’è la situazione attuale? Le potenzialità sono sfruttate fino in fondo? “Sono cambiati i luoghi, la mentalità, il sistema produttivo. Il territorio di Montalcino si è dilatato e Torrenieri si è ritrovato al centro, in una posizione più strategica. Prima i borghi del Comune erano tutti a ponente: Sant’Angelo, Castelnuovo dell’Abate… Ora non più e in questo senso potrebbe essere positivo. Poi c’è la ferrovia, che è quasi abbandonata ma è stata utilizzata anche bene in certe occasioni. C’è un altro itinerario interessante che univa Sinalunga alla Maremma, passando per Torrenieri e Montalcino. La Traversa dei Monti era la Regia Provinciale del Granduca, che iniziava a Sinalunga e raggiungeva l’Osteria dei Cannicci, vicino Paganico. Questa situazione può essere sfruttata. Peccato che il rinnovo della via abbia portato il traffico fuori dal paese. Certo, era opportunissima la circonvallazione di Torrenieri, ma ha nascosto Torrenieri a chi passa. Probabilmente con un altro percorso il borgo poteva essere tenuto in vista. Pensavo a una cosa: il percorso attuale della Cassia da Torrenieri a Buonconvento, quello rifatto, ricalca perfettamente l’antica Via Francigena, che non aveva le curve. Le curve di Torrenieri, dove i torrenieresi andavano a far l’amore, dove passavano le Mille Miglia, la Milano-Taranto e il Giro della Toscana, erano il frutto dell’asfaltatura della Via Cassia. La Via Francigena era tutta dritta, fino al Galluzzino. Comunque, tornando alla domanda: forse mi sono dedicato un po’ troppo alle cose del passato, e ho dimenticato per grave colpa il futuro. Chiudo così, senza darti risposte”.
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