Si è svolto ieri pomeriggio il primo consiglio per il neo eletto presidente della Provincia di Siena Silvio Franceschelli. Davanti ai consiglieri Agnoletti (Sinalunga), Fè (Pienza), Bassi (San Gimignano), Micheli (Monteroni), Parenti (Murlo) e Senesi (Monteriggioni), il sindaco di Montalcino ha prestato giuramento e ha poi presentato le sue linee programmatiche. “Lavorerò in continuità con il precedente amministratore - ha spiegato Franceschelli - che ringrazio per l’ottimo lavoro svolto e per la dedizione con cui l’ha svolto, riuscendo a mantenere in piedi una Provincia che ha rischiato costantemente il dissesto, in cui l’organizzazione è stata stravolta, i tagli subiti sono stati enormi e ingiusti e le funzioni rimaste piuttosto pesanti. Ringrazio pertanto l’ex presidente Fabrizio Nepi che mi ha consegnato un ente sano e con tante potenzialità, sarà mio compito continuare il lavoro svolto e puntare a un continuo miglioramento. Le linee programmatiche del mio mandato vanno in continuità con quelle del mandato precedente cercando di fare un piccolo salto di qualità, dal momento che alcune difficoltà economiche, organizzative e finanziarie sono state superate. Punteremo allo sviluppo di sinergie, alla collaborazione tra Enti, al fornire servizi adeguati e di qualità ai cittadini”.
Nel dettaglio, gli obiettivi principali del mandato di Franceschelli sono quattro: il ruolo della Provincia, con funzioni commisurate con le risorse; l’assistenza tecnico-amministrativa agli Enti Locali e le politiche di area vasta; la viabilità e gli edifici scolastici, con ricerca delle risorse, pianificazione, progettazione ed esecuzione in accordo con i Comuni; utilizzo delle nuove tecnologie.
“Mi rendo conto che non sarà un ruolo e un compito semplice - continua il primo cittadino di Montalcino - ma è necessario e urgente intervenire sul piano istituzionale, organizzativo ed economico, per tornare a garantirne la piena funzionalità e dignità alle Province. Le Province devono tornare ad essere enti in grado di erogare i servizi a rete e di ordinamento territoriale a loro affidati potendo contare su una autonomia finanziaria tale da assicurare le risorse necessarie alla copertura delle spese per le funzioni fondamentali, organi politici pienamente riconosciuti e un’organizzazione dell’ente e del personale tale da permettere la piena funzionalità della macchina amministrativa. Bisogna prendere inoltre il lato positivo della riforma che ha assegnato alle Province il ruolo di Casa dei Comuni: la Provincia quale ente capace di raccogliere le istanze comunali, coordinandole e indirizzandole verso obiettivi condivisi e, soprattutto, capace di tradurre in scelte politiche autonome anche la sintesi di un confronto costante con gli enti di base dell’amministrazione locale. In una parola: fare sistema. Noi ci proveremo”.