Riceviamo e pubblichiamo la nota dello studio legale e tributario Dentons in merito alla vicenda di Jacopo Biondi Santi: “Il Tribunale del Riesame di Siena ha annullato il provvedimento di sequestro emesso nello scorso mese di agosto nei confronti dell’imprenditore vinicolo Jacopo Biondi Santi e di alcune sue società, in relazione alla contestazione di reati fiscali operata dalla Guardia di Finanza nei confronti di tali soggetti. Infatti, a fronte di contestazioni pari ad oltre cento milioni di euro, il Tribunale ha ridotto il sequestro a poco più di un milione di euro soltanto, che si riferisce peraltro ad atti compiuti da soggetti diversi dal signor Jacopo Biondi Santi e a lui non riconducibili.
Il Tribunale del Riesame di Siena ha quindi confermato in pieno la tesi del collegio difensivo del signor Biondi Santi, costituito dagli Avvocati Enrico e Lorenzo De Martino per gli aspetti penali, dal Professor Giulio Andreani dello studio legale tributario Dentons per gli aspetti fiscali e dall’Avvocato Giovanni Gatteschi per quelli societari. Nella sostanza emerge quindi che il signor Biondi Santi mediante le proprie condotte, non ha evaso nemmeno un euro di imposta, perché, a seguito dell’emissione delle fatture ritenute (erroneamente) relative a operazioni inesistenti dalla Guardia di Finanza, il signor Biondi Santi ha sempre emesso entro i termini previsti dalla legge note di rettifica di tali fatture, eliminandone in tal modo tempestivamente gli effetti, impedendo quindi che si generasse un risparmio di imposta indebito.
L’importo di poco più di un milione di euro per il quale il sequestro continua a sussistere è infatti dovuto alla mancata rettifica di due sole fatture, la quale è dipesa dall’impossibilità per il signor Biondi Santi di emettere le relative note di rettifica, a causa della sua sostituzione, avvenuta suo malgrado, nella gestione delle sue imprese con un amministratore esterno nominato da altri a seguito di alcune controversie familiari.
Il collegio difensivo esprime soddisfazione per la pronuncia del Tribunale che riconduce i termini delle contestazioni in un corretto ambito, del tutto opposto a quello inizialmente prefigurato”.