Dopo aver accolto la richiesta di sospensiva per l’abbattimento in caccia di esemplari di femmine e piccoli di capriolo, presentata dall’URCA (Unione regionale cacciatori dell’Appennino), il Tar ha bocciato il ricorso riattivando in questo modo il piano regionale per la selezione degli animali. A darne notizia è Confagricoltura. Il problema, spiegano però gli stessi agricoltori, è che “il danno all’agricoltura è stato comunque compiuto, abbiamo perso un mese fondamentale per il piano di controllo”. Colpa, dicono, della sospensione che si è protratta dal 24 agosto all’11 settembre.
“La sentenza del Tar dimostra che la Regione ha agito correttamente, in piena coerenza con le normative nazionali - ha spiegato l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi - Il Tribunale amministrativo si è espresso in tempi rapidi, ma purtroppo anche i soli 20 giorni intercorsi tra un primo accoglimento, in via provvisoria, della sospensiva e la sentenza di oggi sono bastati a produrre danni ingenti soprattutto alle aziende vinicole che si sono trovate senza la tutela dello strumento normativo, proprio nella fase di piena maturazione dell’uva, quindi in un momento in cui era ancora più appetibili da parte di questi ungulati. Ora riprendiamo il cammino, nella speranza che, grazie all’azione normativa regionale, si riesca nel giro di pochi anni a ristabilire una situazione di equilibrio faunistico e che ciò consenta agli agricoltori di poter salvaguardare il frutto del proprio lavoro”.