“Il mio pensiero va alla meravigliosa terra del Brunello, ai suoi sapori e odori, alle donne che ne hanno colto il sentimento più profondo trasferendolo nel loro vino. Attraverso di esso hanno trovato altre donne che coltivano diversi vitigni intrisi delle stesse note, profumi, ideali provenienti da quel casale di Montalcino. Sapere che il mio terreno, su cui calcio un pallone con la loro stessa passione, può essere fonte di orgoglio ed emancipazione per tutte le donne è una immensa gratificazione”. Sara Gama, il capitano della Juventus e della Nazionale di calcio femminile che il 16 settembre riceverà al Teatro degli Astrusi il premio di “Prima Donna 2018”, ha scritto una dedica a Montalcino con l’auspicio che calcio e vino siano strumento di emancipazione delle donne. Gama, madre triestina e padre congolese, è il simbolo dell’integrazione ben riuscita ed è l’unica italiana inserita da Mattel (che le ha dedicato una Barbie) tra le 17 personalità femminili internazionali “fonte di ispirazione per le generazioni di ragazze del futuro”.
Oltre a Sara Gama, anche Andrea Gabbrielli (Gambero Rosso), Gioacchino Bonsignore (TG5) e Cristina Conforti (Rai) saliranno sul palco per ricevere il “Premio Casato Prime Donne”, riconoscimento creato da Donatella Cinelli Colombini nel 1999, esattamente 20 anni fa. E infatti, per l’occasione, è stato scritto un libro che racconta le 20 edizioni del premio e i contributi scritti dai membri della giuria, tra i quali la parlamentare e presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, insieme alla fondatrice del Premio Francesca Colombini Cinelli, al sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli e al presidente del Consorzio del Brunello Patrizio Cencioni. Articoli che tracciano il percorso femminile dell’ultimo ventennio esaminando specifici aspetti: vino, cinema, politica, economia, gastronomia, società, televisione. “Grazie a scelte coraggiose della giuria, il Premio Casato Prime Donne ha un’importanza crescente per l’universo femminile e per la meravigliosa terra di Montalcino”, spiega Donatella Cinelli Colombini.
Poco prima della cerimonia, una giuria popolare di 50 membri sceglierà la foto vincitrice fra le 5 finaliste di Bruno Bruchi, Lori Vetter Caradonna Bowers, Alfredo Falvo e Chiara Salvadori.
L’istallazione artistica che accompagna la dedica di Sara Gama è dell’architetto Elisa Boldi e si intitola “Da Montalcino si vede il mare”. Affidandogli l’opera, che verrà collocata presso la cantina Casato Prime Donne, Donatella Cinelli Colombini, come negli anni passati, ha voluto stimolare un talento locale chiedendogli di cimentarsi nella land art proposta culturale che nobilita, arricchisce e modifica il paesaggio rurale. L’istallazione è costituita da una lastra di acciaio corten rivestito su due facce con pannelli a formare linee geometriche con piani sfalsati che ripropongono lo skyline del paesaggio. Elisa è cresciuta nella campagna senese e “fino da piccola la visione del mare dalle colline boscose di Montalcino mi sembrava qualcosa di magico e sorprendente”, racconta spiegando l’idea da cui è scaturita la sua opera: un pannello di quattro metri in cui le culture agricole e i profili del terreno si trasformano in un gioco concettuale. Elisa Boldi è un fabbro moderno che abbina talento creativo, tecnica e concretezza. Ecco che il suo pannello si apre a diventare un cancello ed è sostenuto da due pilastri metallici provocatoriamente rossi che hanno ai lati dei massi di arenaria.