“Vent’anni è un risultato sorprendente, quando abbiamo cominciato non pensavamo di arrivare a questo punto. È anche vero che le imprese scientifiche o le porti avanti sul lungo periodo o il loro valore è inconsistente. Insomma, danno frutti nel tempo”. Alfio Cortonesi, storico di Montalcino e professore all’Università della Tuscia, torna indietro nel tempo di due decenni. Nel 1997, con Massimo Montanari e Raffaele Licinio, creò a Montalcino il Centro di Studi per la Storia delle Campagne e del Lavoro Contadino, che un anno dopo, nel 1998, diede il via al Laboratorio Internazionale di Storia Agraria. Da allora, per 20 anni, la prima settimana di settembre Montalcino è stata il punto d’incontro dei principali studiosi di storia agraria e rurale, con lezioni aperte e borse di studio (quest’anno saranno otto) rivolte a giovani studiosi, laureandi, laureati, dottorandi e dottorati. Una realtà (di cui Montalcinonews è media partner) che si è guadagnata col tempo l’apprezzamento della storiografia italiana ed europea, divenendo un interlocutore di primo piano nel quadro degli studi per la storia dell’agricoltura e della civiltà rurale.
L’edizione 2018, dopo anni di difficoltà e restrizioni, torna ad allargarsi. Un giorno in più, il venerdì, nell’intento di ripristinare in futuro la versione iniziale, che durava cinque giorni. E poi il sabato come giornata più “succosa” e la domenica che si chiuderà con la tavola rotonda e i premi “Città di Montalcino”, uno legato alla ricerca scientifica, l’altro all’ambito artistico-culturale, consegnati come sempre sotto le Logge di Piazza del Popolo.
Il tema di quest’anno, “Animali nella storia”, consiste in una pluralità di approcci sugli animali. Lezioni dal taglio piuttosto insolito e curioso, aperte anche ai non addetti ai lavori. Come “I processi agli animali nel Medioevo” di Giulia Rainis, “Il lupo fra medioevo ed età moderna” di Riccardo Rao o l’intervento di Veronica Aniceti sull’archeozoologia, disciplina che studia i resti degli animali per comprendere meglio le relazioni tra il mondo animale e l’uomo. Ad aprire il weekend di lavori, il 31 agosto, il presidente del Laboratorio Massimo Montanari, uno dei più autorevoli studiosi di Storia dell’alimentazione in Europa.
“Il Laboratorio ha una sua valenza italiana e direi anche europea. Un modo per far conoscere Montalcino sotto altri aspetti”, spiega Cortonesi. “La nostra è una battaglia identitaria. La storia delle campagne, dei contadini, dell’agricoltura, non sta conoscendo una stagione felice. Negli anni Settanta e Ottanta quasi tutti studiavano questi argomenti, ora si interessano più a temi politico-istituzionali e religiosi. Il Laboratorio, in questo senso, è una bandiera da tenere alzata”.