Era l’8 maggio 1973 quando il montalcinese Pierino Fagnani, dopo una parentesi da fantino, aprì la sua attività rilevando un’osteria in disuso chiamata Grotta di Santa Caterina (in Via della Galluzza, a Siena, a due passi dal Santuario della Patrona d’Italia). Oggi, 45 anni dopo, “Da Bagoga” è ormai uno dei ristoranti più conosciuti e apprezzati. La Montalcinonews ha ripercorso la storia di “Gambassino”, così veniva chiamato Pierino a Montalcino (tanto in gamba, sì, ma assassino!). Dal suo arrivo a Siena nel 1966, a soli 8 anni ed orfano di madre e padre, al suo primo lavoro come lavapiatti in una rosticceria (è lì che nacque il suo soprannome “Bagoga”, cioè “albicocca”), grazie a Don Gino, parroco di Montalcino. Dal primo e unico Palio corso per la Civetta (“degli amici mi portarono a Pian delle Fornaci. Con gli animali ci sapevo fare, perché ero stato garzone dai contadini a Montalcino”), fino al passaggio da Montalcino a Siena, che per Pierino è stato “come se oggi un ragazzo senese andasse a Londra”. La sua città natale, i suoi profumi e i suoi volti, Bagoga se li è portati con sé per tutta la vita. Si può notare nel suo menu, con ricette tipiche come la trippa alla montalcinese (anche se è stato costretto a scrivere “pici” e non “pinci”, per evitare confusioni).
Pierino Fagnani si è anche recentemente avvicinato al suo luogo d’origine. Dal 2011 propone una selezione di vini prodotti nella cantina Bellaria, fondata da suo zio Assunto Pieri detto “Sunto”, scomparso lo scorso marzo. A Bellaria la conduzione dell’azienda è nelle mani del nipote di Sunto, Gianni Bernazzi, ma dà un aiuto come responsabile commerciale anche il figlio di Bagoga, Francesco Fagnani, che nel 2016 ha scritto un libro, dal titolo “Q.B. Quanto basta. Bagoga, racconti di vita e cucina” (Betti editore), una biografia del padre fantino-ristoratore senese, un ritratto sull’uomo e sulle sue passioni, dal grande amore per la cucina all’esperienza sul tufo. Anche qui Montalcino riveste una parte cruciale. Basta questa parola, di dieci lettere, per fargli brillare gli occhi. Bagoga, dopo tutti questi anni, si sente più senese o montalcinese? “Montalcinese”, risponde lui. Non avevamo dubbi.
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Bel discorso ha fatto mio fratello riguardo a Montalcino.anch’io sono rimasta affezionata al mio paese e sono molto entusiasta di quello che fate e speriamo che rimanga vivo per sempre ai Montalcinesi che vivono in altri luoghi.
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