Che festa! Cori, fazzoletti verso il cielo e un’euforia contagiosa. Il Travaglio attendeva con ansia questo nuovo trionfo e adesso è giunto il momento di assaporare ogni singolo momento fino in fondo. E le voci dei protagonisti, raccolte un attimo dopo la fine del Torneo, traboccavano di emozioni e batticuore. “Una gara straordinaria e durissima - ha detto Andrea Ricci, capitano degli arcieri del Quartiere Travaglio - perché ieri (sabato ndr) fino ai 35 metri avevamo espresso un ottimo livello di tiro, poi alla prima difficoltà ci siamo inceppati, andando in bambola e perdendo le nostre certezze. Ci siamo fatti attanagliare dall’ansia e dalla paura tirando le ultime dieci frecce non ai nostri livelli. Un po’ di strascichi una Provaccia del genere te li lascia. Ma abbiamo cercato di prendere il buono, di ripartire da lì e di metterci il cuore e gli attributi perché noi li abbiamo. Amedeo e Andrea hanno fatto, pur nelle loro difficoltà e incertezze, una gara da campioni. Sono orgogliosissimo della loro prestazione. Cosa ho detto ad Andrea dopo gli errori del sabato? Che lui è un grande arciere plurivittorioso e che sa tirare bene con l’arco come ha dimostrato nel corso degli anni a questo campo di tiro e a quello del Quartiere. Doveva semplicemente crederci fino alla fine. Ha superato le difficoltà, le paure e i limiti: è stato un grande, gli dico grazie”.
Amedeo Cencioni ha messo a segno la sua personale serie completa ma, da grande arciere quale è, guarda già al futuro e a migliorarsi sempre. “Tutte le volte sembra sempre più difficoltoso - spiega l’arciere del Travaglio - questa si può dire che è la vittoria del cuore e della volontà perché la fatica è stata veramente enorme, non l’ho mai provata così. La soddisfazione è tanta, basta girarsi e vedere il Quartiere… Mi auguro di viverle altre di giornate così, ma intanto lo Straordinario si è portato a casa. Gli errori della gara? Ormai è un’abitudine perché con il cambiamento della sagoma è molto facile vedere questi scenari. Il “cinghialino” ha una sagoma molto piccola e porta a fare errori e a ribaltare il risultato. Rimane molto difficile arrivare in fondo partendo primi e chiudendo in testa. Da parte mia come numero di frecce nel cinghiale è stata la gara perfetta ma a livello di emozioni c’è da lavorare ancora. La distanza da 41 metri? Sempre meglio di quella da 45…Il tempo per festeggiare è poco, ad agosto si riparte, spero di esserci di nuovo. Di buono c’è che essendo vicino ormai l’emozione c’è già stata e speriamo di arrivare più preparati”. Difficile da descrivere anche la gioia dell’altro arciere giallorosso Andrea Manduca dopo la perdita di brillanteza, al momento del tiro, del giorno precedente. “Da grandi difficoltà nascono grandi soddisfazioni perché questa è stata una gara sofferta. Ci siamo stati fino in fondo. Amedeo ha tutta la mia stima e il mio affetto, come arciere è il più forte di tutti, c’è poco da fare. Ha fatto una prestazione alla sua altezza che è quella dei maestri. I miei quattro errori della Provaccia sono pesati tanto e ieri (sabato ndr) è stata una serata difficile ma che è servita perché oggi ce l’abbiamo fatta. Adesso qualche giorno di riposo e poi ritorniamo a tirare con tutto il gruppo dei ragazzi. Ci vediamo ad agosto!”.
Tra il colorato fiume di gente a festeggiare c’era anche il banditore, Gilberto Machetti, che durante il Torneo è stato applaudito e accolto con un boato. Una figura amata da tutti anche se il suo cuore è giallorosso. Questo significa quanto sia popolare e impeccabile nel ricoprire il proprio ruolo durante i giorni del Torneo. Ma quando ha vinto il Travaglio ha posato il microfono e si è messo a correre. “E sono arrivato primo! Penso che sia la prima volta che mi sono commosso, davvero. Come si fa a mantenere la “voce neutrale” in gare simili? No, quello non è difficile. Non sono un tipo che si fa prendere dall’emozione, gli altri lo sanno. Poi alla fine, al momento dell’ufficialità, si parte”. “Santa Margherita bramava ormai da anni per questa vittoria - è il commento a caldo della presidente Nicoletta Nafi - siamo onorati di aver vinto in uno di quei momenti più identificativi per Montalcino e i Quartieri. Ho vissuto gli ultimi momenti con agitazione perché non era facile vedere le frecce. All’ultima distanza ho chiuso gli occhi e li ho aperti solo in fondo. Adesso si festeggia, ad agosto si riparte e i tempi sono più stretti, ma la vittoria rimane nel cuore”.
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