Continua a crescere il prezzo degli sfusi. Il mercato “tira” e la scarsa vendemmia 2017 fa il resto, così a fronte di giacenze di cantina in calo dell’8% a marzo 2018 rispetto a gennaio, a quota 56,8 milioni di ettolitri di prodotti vinicoli (dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale), la fotografia dei rincari, analizzata da WineNews, è scattata da Ismea, seppur, come sempre, con prezzi medi delle ultime annate in commercio, che possono differire poi dalle reali trattative di mercato, al netto dell’Iva e franco cantina. La crescita è sostenuta anche sui vini rossi Dop, sebbene per molte delle più importanti denominazioni i prezzi non siano riferiti, ovviamente, al prodotto dell’ultima vendemmia, a seconda dei tempi di affinamento richiesti dai disciplinare perchè il vino possa entrare in commercio. In ogni caso, a guidare la classifica delle quotazioni è sempre il Brunello di Montalcino, con un valore stimato di 1.065 euro al quintale, in crescita del +5,4%. Dalle rilevazioni Ismea manca come sempre l’Amarone, che secondo la Borsa Merci di Verona, però, viaggia tra gli 800 ed i 900 euro a quintale. 800 euro a quintale che per il Barolo, secondo Ismea, tra i pochi gradi rossi del Belpaese a vedere un leggero calo delle quotazioni (-2,4%). In netta crescita le quotazioni di Barbaresco, a 580 euro a quintale (+20,8%), e sostenuti i prezzi del Nebbiolo d’Alba, sui 310 euro a quintale (+8,8%). Forte crescita anche per il Chianti Classico, con i vini del Gallo Nero sui 280 euro al quintale (+24,4%), leggero calo per il Valpolicella (-2%), che spunta comunque quotazioni di 240 euro. Continuano a crescere i prezzi dell’Etna, a 165 euro al quintale (+10%), e da segnalare anche il +46,2% delle quotazioni del Chianti, a 142,5 euro al quintale, stesso prezzo del Bardolino Classico, che in piena tendenza rosè vede crescere le suo quotazioni del 54,1% sul 2017, così come la sua versione base, il Bardolino, a 122,5 euro a quintale, con un balzo del 48,5%. In crescita, secondo i dati Ismea, tutto il mondo Barbera: quella di Alba è quotata 210 euro al quintale (+23,5%), quella di Asti 140 (+7,7%), quella del Monferrato 110 euro al quintale (+12,8%).
Un giro a “vol d’uccello” tra le quotazioni dei vini del Belpaese, che racconta di aumenti generalizzati e consistenti che, gioco-forza, si ripercuoteranno anche sul prezzo finale delle bottiglie, che produttori e distributori dovranno far digerire, in parte, anche ai mercati.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30