All’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, Montalcino, il territorio di Siena e la Via Francigena hanno regalato emozioni attraverso le parole, le immagini e i sapori. Lunedì 12 Marzo nel corso della ‘Notte Italiana’, l’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia ha presentato Siena e la Via Francigena: un’occasione d’incontro e confronto culturale nata dall’impegno di Massimo Mazzini, docente universitario e per molti anni consulente scientifico e culturale dell’Ambasciata Italiana a Varsavia e di Ugo Rufino, direttore dell’Istituto. Oggetto di fotografie, illustrazioni e parole, la Francigena (che è uno dei simboli anche di Torrenieri) passa soprattutto attraverso i racconti di chi l’ha percorsa. Un aspetto che l’editore Luca Betti ha colto prendendo storie tanto diverse tra loro e racchiudendole nella collana “Strade Bianche”. E poi la mostra fotografica “La Via Francigena in Toscana con gli occhi aperti”, allestita, dopo una “prima” nelle sale del Consiglio Regionale, negli spazi espositivi dell’Istituto. Immagini che aprono una finestra su un mondo dove gli uomini si celano dietro paesaggi e architetture, e da lì provano a interrogarci e raccontare storie. Le fotografie di Luca Betti mostrano punti di vista inusuali e ci guidano attraverso il tratto toscano della Via Francigena caratterizzato dalla grande varietà dei paesaggi ma anche degli stessi suoi abitanti.
In tutto questo non poteva mancare la cucina e i sapori del territorio. E qui Montalcino ha fatto la parte da protagonista. Per la serata di gala Pierino Fagnani del ristorante senese La Grotta di Santa Caterina da Bagoga, ha cucinato dal vivo, facendo conoscere i piatti e le specialità gastronomiche locali. Il cuoco è un montalcinese doc e non a caso ha scelto i pinci come primo piatto da far assaggiare alla platea dell’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia. Ma anche nel suo ristorante la trippa allo zafferano, prelibata ricetta di Montalcino, è una delle portate che vanno per la maggiore. Ad accompagnare le pietanze i vini di Montalcino di Fagnani, Brunello ma anche “Anna”, “un merlot in purezza che è piaciuto molto e per questo siamo più che soddisfatti”, ci ha detto Francesco Fagnani, il figlio di “Bagoga”. “Anna” è nato dalla vendemmia 2013 nei vigneti del podere Bellaria ed è frutto di un’idea ambiziosa quanto originale: fare un rosso 100% Merlot a Montalcino. Ma è anche una storia d’amore, il nome presente nell’etichetta, disegnata da Luca Grechi, è un omaggio alla figlia di Francesco, Anna, nata in quell’anno, ma anche alla nonna materna.
Storie che si intrecciano con Montalcino sempre al centro: il soprannome del cuoco finito poi nell’insegna del ristorante, “Bagoga”, è il termine con il quale i montalcinesi chiamavano (molti lo fanno ancora!) le albicocche. E “Bagoga” è finito per fare da portabandiera dell’eccellenza eno-gastronomica senese a Cracovia. Quando si parla di qualità, Montalcino ha davvero pochi eguali. Non a caso il direttore dell’IIC di Cracovia Ugo Rufino ha scritto una lettera di ringraziamento in cui si legge che “il grande Bagoga ha dato un saggio della sua arte culinaria, deliziando il pubblico polacco e italiano”. Alla presenza, tra l’altro, di un ospite d’onore: l’ambasciatore d’Italia in Polonia Alessandro De Pedys.