“Abbiamo in mostra tartufi di ottima qualità e di ottima pezzatura. La quantità non è eccessiva perché la natura risente ancora della siccità del 2017 e questo spiega anche il costo, adesso però sta arrivando un’inversione di tendenza che fa ben sperare per il futuro”. Paolo Valdambrini, presidente dell’Associazione Tartufai Senesi, in una video-intervista alla Montalcinonews tratteggia lo stato dell’arte del tartufo dopo la siccità che ha messo in crisi i tartufai delle Crete Senesi. A San Giovanni d’Asso domenica c’è il clou della Festa del Tartufo Marzuolo, con il mercatino dei prodotti bio, stand enogastronomici, il Treno Natura, il raduno delle macchine d’epoca e poi, ovviamente, la vendita del tartufo fresco, il cui prezzo non è bassissimo, sottolinea Valdambrini: “abbiamo due pezzature, che qualitativamente sono uguali: la più piccola costa 450 euro al chilo, quella più grande 550 euro al chilo. Siamo oltre il doppio rispetto alla norma, che è 250 euro al chilo. Proprio per via della siccità di cui parlavo prima”.
Ma quali sono le caratteristiche del tartufo Marzuolo? “Appartiene alla famiglia dei tartufi bianchi - spiega Valdambrini - è quindi parente del tartufo più pregiato ed è per questo che viene chamato anche Bianchetto. È di color nocciola, marroncino, ha un sapore differente, un po’ più acido. Le misure sono più piccole ma è comunque un bel tartufo. Nascendo in un periodo differente, nasce anche in luoghi differenti. Il bianco cresce nei fondivalle umidi e freschi, il marzolino invece più in alto, nelle colline tipiche delle Crete Senesi”.
“Il consiglio che do ai consumatori - conclude il presidente dell’Associazione Tartufai Senesi - è di adottare non tanto una cucina povera ma semplice, senza trattamenti e senza piatti troppo elaborati. Il Marzuolo o Bianchetto è ottimo su una tagliatella, su un uovo al tegamino o su un crostino. Io lo abbinerei sempre al burro, con un pizzico di sale. Va bene anche la bruschetta con olio di oliva extravergine, ma preferisco il burro”.
Guarda il video: