“Ho un legame affettivo con Montalcino. Avete la fortuna di vivere in uno dei territorio più belli al mondo, siate orgogliosi di questo. Mi piacerebbe avere un pezzo di Veneto fatto così”. A parlare è Luca Zaia, presidente della Regione Veneto e personaggio di spicco della Lega Nord, che stamattina all’hotel “Al Brunello”, nell’unica tappa senese della sua campagna elettorale, ha presentato i suoi candidati alle elezioni politiche: Manuel Vescovi, Tiziana Nisini ed Hubert Ciacci, in corsa per il Senato, e Claudio Borghi, candidato alla Camera (sfiderà Pier Carlo Padoan).
Zaia è un personaggio ben conosciuto a Montalcino. Nel 2009, dopo lo scandalo ribattezzato “Brunellopoli”, da ministro dell’Agricoltura istituì un decreto ad hoc per tutelare il Brunello. “È stato un momento tragico - ricorda Zaia alla Montalcinonews - inizialmente c’era un blocco totale delle esportazioni del Brunello verso gli Stati Uniti, che erano arrabbiati e perentori nel chiudere ogni forma di dialogo. Presi la valigia e andai da Bank Ki-moon (segretario generale dell’Onu, ndr) per sostenere che i vignaioli erano persone serie e non delinquenti, che il vino non era contraffatto ma realizzato con metodi di storicità e rispetto della tradizione. Incontrai anche l’authority americana che controlla le importazioni, per trovare un accordo ci misi un mese. Poi, per festeggiare, venni a Montalcino con l’ambasciatore americano Ronald Spogli. Mi fu regalata una magnum di Brunello che conservo ancora”.
L’episodio risale ormai a nove anni fa. In questo arco di tempo, dove è arrivato il Brunello secondo Zaia? “È un vino che ha grandissime potenzialità, un biglietto da visita, un apripista per molti altri prodotti poco conosciuti, un gioiello per la Toscana”. Toscana che, secondo la Lega, conta un 10% di persone che non riesce a sbarcare il lunario. Da qui lo slogan “prima gli italiani”. Montalcino però rappresenta un’eccezione, con 70 nazionalità diverse e una percentuale di stranieri pari al 16,51%, il doppio della media italiana (analisi WineNews). “Lo si deve al Brunello - commenta Zaia - a questo tipo di viticultura che è riuscita a fare da ambasciatrice, non solo sui mercati ma anche fra le imprese, e ad attrarre capitali stranieri. Non ci vedo nulla di male”.
Dove però bisogna insistere, sottolinea il presidente della Regione Veneto, è sul tema della promozione dei prodotti e sulla tecnologia. “La più grande industria in Toscana è il turismo. Avete il vantaggio di vivere in un territorio unico, penso che dovreste investire di più. Occorre finanziare le imprese turistiche, affinchè possano avere risorse per ammodernare e destagionalizzare. Per far questo bisogna puntare sul turismo emozionale, sulla Spa, sull’area wellness, su circuiti ben leggibili, sulle nuove tecnologie. La vera sfida è pensare non in maniera analogica ma digitale. Il mondo va in quella direzione”.
Poi, in conferenza stampa, dove ha trattato temi scottanti come la crisi Monte dei Paschi (“vengo da un territorio dove due banche sono state falcidiate. Ma da noi la struttura era in totale autonomia, senza nessuna ingerenza politica. Da voi è diverso. Fuori la politica dalle banche, non solo da Mps”), ecco arrivare la provocazione. “Mi chiedo come mai da questa terra non parte l’istanza per l’autonomia, per poter essere artefici del proprio futuro. La rivoluzione è già partita in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Campania. La Toscana può fare la parte del leone. Le tasse che mandate a Roma non tornano indietro. Lo zoccolo duro della Toscana si sta sfaldando. Sta accadendo un big bang. Sono al vostro fianco, se si decide di fare questa rivoluzione”.
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