Poggio Civitella, qualcosa si muove. Gli operai del Comune di Montalcino in questi giorni stanno provvedendo a ricucire la rete e ripulire la vegetazione intorno al sito archeologico che ospita quella che al momento è l’unica fortezza etrusca al mondo completamente scavata e restaurata. Un parco di rilevanza internazionale, abbandonato a se stesso da troppo tempo, ma che adesso potrebbe rivedere la luce, pronto ad essere inserito nella gestione unica del patrimonio culturale di Montalcino, assieme al Museo Civico e Diocesano e la Madonna delle Grazie. A smuovere le acque, dopo cinque anni di silenzio, è stato Luigi Donati, direttore degli scavi (in veste di docente di Etruscologia dell’Università di Firenze) dal 1993 al 2008, anno dell’inaugurazione dell’area archeologica e del museo. “Il mio messaggio non vuole assolutamente essere polemico nei confronti dell’attuale amministrazione, che si è trovata in una situazione pregressa - spiega il professore - spero si possa aprire un dialogo in un clima disteso. Sono disponibilissimo ad eventuali collaborazioni”.
Donati ci ha guidati in un sopralluogo del sito archeologico, dove è ancora presente, ormai scolorito e infrascato, un cartello giallo, posizionato all’inizio degli scavi. “Era stato messo dall’Associazione Ricerce Studi Etruschi di Montalcino - spiega - è l’unico segnale di riconoscimento visibile. Eppure questo è un luogo di grande passaggio da parte di turisti e gruppi di trekking che vanno verso Sant’Antimo. Quando scavavamo, sentivano la ruspa, vedevano le macchine parcheggiate, entravano nel bosco ed era un piacere dare loro una spiegazione. Dal 2008 il parco è rimasto così, dimenticato. C’è un articolo su La Nazione, del 2011, dove chiedevo almeno una segnalazione. Altrimenti come fa la gente a saperlo?”.
Poggio Civitella è nel bosco, immerso nella natura, e in questi anni di abbandono ha ricevuto la visita di esseri umani (che hanno rovinato la recinzione, gli operai del Comune stanno provvedendo anche a questo) ma anche di cinghiali, che hanno sollevato la rete, già rialzata rispetto al terreno, e hanno aperto una decina di varchi, poi addomesticati forse da qualche visitatore, cacciatore o cercatore di funghi. Donati rievoca poi i tempi dei primi lavori, negli anni Novanta. “Furono campagne molto intense, dove parteciparono studenti volontari da tutto il mondo. Ne parlavano i convegni internazionali e la stampa, una volta arrivò persino una televisione australiana. E poi come dimenticare la passione e il contributo della popolazione di Montalcino, compresi i Quartieri che ci ospitarono allestendo grandi tavolate”.
Ma come potrebbe essere rivalorizzata Poggio Civitella? “Considerate che è già abbondantemente pubblicizzata - risponde il professor Donati -. Ad ogni convegno se ne parla, è nota a livello mondiale per la sua unicità. L’archeologia etrusca è nata oltre 250 anni fa. Sono state ritrovate migliaia di tombe, qualche decina di case, templi e santuari, ma nessun altra fortezza. Il sito è tutto attrezzato, ci sono pannelli bilingui. Credo che con un lavoro di ripulitura e di ripristino dei percorsi, si possa arrivare rapidamente ad una normalizzazione della situazione. Ho sentito diversi colleghi di altre università pronti a portare i loro studenti per dare una mano. Sarebbe una bella festa, due-tre giorni di lavoro, in forma gratuita. Pensiamoci”.
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Molto interessante! Spero che al più presto Poggio Civitella possa essere riaperto al pubblico, lasciare ancora nel dimenticatoio un sito archeologico così importante sarebbe una pazzia.
Il Comune di Montalcino forse non si rende conto di quanto sia prezioso e importante per il territorio.
Speriamo veramente che in questo caso non succeda, come spesso avviene nel nostro paese, che opere realizzate con dispendio di risorse umane e pecuniarie siano poi lasciate tranquillamente deteriorare fino alla completa distruzione.