“L’anno che si è chiuso è stato un flagello per l’agricoltura, a causa dei danni provocati dagli ungulati, in massima parte cinghiali e caprioli”. Roberto Vivarelli, presidente dell’Atc 3 Siena Nord, traccia sulle pagine de La Nazione un duro bilancio per il territorio di sua competenza, che è a forte vocazione vitivinicola (Brunello, Chianti Classico e Vernaccia) e dove la conta dei danni per le uve supera i 450.000 euro, +50% rispetto al 2016. “Il risarcimento è ormai finanziariamente insopportabile per gli Atc senesi - spiega Vivarelli - ma è maggiore è il danno economico per le aziende agricole che perdono parte della loro produzione di pregio”.
Vivarelli mette in discussione la legge regionale che nel triennio 2016/2018 doveva riportare la densità degli ungulati su livelli accettabili e che invece “non ha sortito gli effetti sperati, nonostante i due Atc senesi abbiano utilizzato tutti gli strumenti possibili per il controllo in special modo del cinghiale, lavorando in piena sinergia con la Polizia Provinciale, guardie volontarie, i cacciatori e l’ufficio territoriale della Regione”.
Cosa non sta funzionando nell’applicazione della legge? “Troppa lentezza e burocrazia - spiega il presidente dell’Atc 3 Siena Nord - era molto più rapido negli anni addietro quando gli abbattimenti in contenimento passavano direttamente attraverso gli Atc. Ma l’aspetto più preoccupante è che doveva essere affrontato complessivamente il problema degli ungulati e non del solo cinghiale. I danni da capriolo ormai equivalgono a quelli da cinghiale; ma su questo versante nonostante una serie di confronti e proposte operative con la Regione, ancora non si sono ben definiti gli strumenti”.
Ad una situazione eccezionale si dovrebbe reagire con provvedimenti di carattere risolutivo. Ma così non è stato, “altrimenti perché chiudere la caccia di selezione al capriolo il 15 marzo, periodo in cui inizia la germogliazione nelle vigne? Abbiamo proposto alla Regione interventi straordinari, quali il prolungamento della selezione a tutto aprile e all’applicazione dell’articolo 37 anche al lo, fino a riportarne la presenza ad una densità accettabile e non più dannosa come oggi. Confidiamo che la Regione faccia una seria riflessione sugli strumenti messi in campo e ne ammetta l’insufficenza, perché continuando su questa strada gli Atc non saranno più in grado di svolgere correttamente il loro compito”.