Il 3 gennaio 2012 se ne andava Giulio Gambelli. Classe 1925, originario di Poggibonsi, Gambelli dedicò tutta la sua vita al vino toscano e al Sangiovese. Imparò il mestiere da Tancredi Biondi Santi, collaborò con le cantine più importanti della Toscana, contribuì a rendere grandi Chianti Classico e Brunello di Montalcino, dove ebbe un ruolo fondamentale anche nella Commissione d’Assaggio del Consorzio. “Giulio Gambelli conosceva ogni cantina di Montalcino e ricordava caratteristiche di tutti i vini, fino alle più impercettibili sfumature”, ricordò qualche anno fa Patrizio Cencioni, presidente del Consorzio.
A sei anni di distanza, Carlo Macchi, biografo di Gambelli e ideatore del premio in suo onore, ha voluto omaggiarlo con un articolo, pubblicato su www.winesurf.it, che non è “una commemorazione ma solo un modo per sottolineare cosa e quanto è stato fatto per ricordare nella giusta maniera Giulio Gambelli”. Per prima cosa il Premio Nazionale Giulio Gambelli, istituito nel 2012 e diventato un punto fisso nel panorama nazionale, nonché l’unico che premia i giovani enologi. Quest’anno il limite di età per l’ammissione al concorso è salita da 35 a 40 anni e tra pochi giorni ci saranno gli assaggi per decretare il sesto vincitore, che verrà premiato a Montepulciano durante le anteprime toscane.
“Ma forse la cosa più bella - sottolinea Macchi - quella che sicuramente sarebbe piaciuta di più a Giulio, è che la sua memoria è viva, affettuosamente viva in tante persone. Persone che non lo sbandierano a destra e a manca ma che conservano con tenerezza ricordi dei momenti passati con quest’uomo schivo e mite, talmente educato da aver trasformato un “ragazzaccio maleducato” come il Sangiovese toscano in qualcosa di elegante e rigoroso. Voglio fare due esempi: l’essenziale, magistrale e commovente lapide che Tommaso Marrocchesi ha voluto a Bibbiano e l’assaggio dei vecchi vini di Giulio che ha riunito un gruppo di amici e giornalisti. In entrambi i casi i toni sono stati pacati, amicali, nessuno ha fatto proclami, seguendo con rispetto lo stile Gambelli”.