A fine novembre era saltata all’occhio, a Montalcino, la presenza del giornalista Patrizio Roversi e della troupe televisiva Rai “Linea Verde”, che aveva scelto la Toscana, e in particolare la Val d’Orcia, per inaugurare il 2018, l’anno del cibo e del paesaggio italiano. La puntata è andata in onda lo scorso 31 dicembre, alla vigilia di Capodanno, su Rai Uno. Una trasmissione di circa cinquanta minuti di cui ben dieci dedicati a Montalcino e al suo vino. Roversi, dopo un viaggio nelle Crete Senesi, ha fatto tappa alla Cantina di Montalcino, unica cooperativa vitivinicola che produce Brunello. 56 anni di vita, 100 soci, 160 ettari di vigneti e “10.000 quintali di uve di Sangiovese con cui facciamo Brunello, Rosso di Montalcino e degli Igt - ha spiegato il responsabile della Cantina Lorenzo Danielli -. Oggi ci sono delle normative e delle procedure di sicurezza alimentare, serviva anche qualcosa che si integrasse meglio col territorio e legno e acciaio ci danno maggior garanzia e armonia. La forma a onda della struttura richiama il movimento dolce delle nostre colline”.
Roversi snocciola i dati sulla crescita nell’ultimo mezzo secolo del Consorzio del Brunello (nel 1967 erano 37 produttori per 64 ettari, con una produzione di 13.00 bottiglie, adesso sono 254 per 2.100 ettari e una produzione di 8-9 milioni di bottiglie) e li fa commentare al presidente, Patrizio Cencioni: “dietro a questo rapido sviluppo c’è anche la notorietà del brand e del territorio. Da quasi venti anni il Consorzio ha deciso di limitare gli impianti di nuovi vigneti, per valorizzare il prodotto. Quest’anno la produzione è un po’ più bassa ma la qualità è buona”. Roversi gli chiede poi se gli investimenti di imprenditori provenienti da tutto il mondo rappresentino un fattore positivo. “Sì - risponde Cencioni - perché dimostra l’appeal del territorio. Comunque la maggior parte delle aziende è radicata da sempre. Chi viene da fuori magari fa notizia, ma percentualmente non sono numeri rilevanti”.
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