Un’occasione unica da non perdere. La Fondazione del Brunello, ente benefico che nei giorni scorsi ha stabilito i criteri di autofinanziamento, rappresenta per Montalcino l’opportunità di allargare gli orizzonti, di fare fronte comune, di raggiungere un primato che nessun altro territorio è forse mai riuscito ad offrire. La Fondazione è espressione del Consorzio (i cui soci possono aderire con una quota fissa, 500 euro, più una quota variabile a seconda degli ettari di Brunello e Rosso, 50 euro e 20 euro ad ettaro), ma ha lanciato un messaggio che va oltre il mondo del vino e abbraccia tutta la popolazione di Montalcino. I cittadini privati, le attività produttive, i liberi professionisti: chiunque può partecipare alla causa e diventare socio sostenitore. Secondo una stima della Montalcinonews, se tutti aderissero al progetto, ogni anno la Fondazione godrebbe di mezzo milione di euro. Una cifra notevole da poter essere investita nel recupero e restauro dei beni artistici e culturali (come il Santuario della Madonna del Soccorso, primo obiettivo del CdA) ma anche nel campo del turismo, della cultura, del sociale, dell’integrazione. Una politica destinata insomma ai cittadini, alle persone che vivono e portano avanti la bellezza di questo territorio.
La nostra stima è basata sugli ultimi dati dell’Ufficio Attività Economiche del Comune di Montalcino, che considerando anche San Giovanni d’Asso individua 193 attività ricettive (14 alberghi, 115 agriturismi, 25 affittacamere compreso B&B, 13 affittacamere non professionali compreso B&B, un campeggio, 21 case vacanze, una residenza d’epoca, due case per ferie e un residence), 130 attività commerciali (12 parrucchieri, 5 estetisti, 76 negozi di vario tipo e 54 alimentari comprese 6 enoteche) e 60 attività di somministrazione (18 bar e 42 ristoranti). 383 attività economiche totali che, ipotizzando un contributo di 500 euro ciascuno, consegnerebbero una cifra di 200.000 euro, che si sommerebbe ai 250.000 euro dei produttori di vino. A questo importo andrebbero poi aggiunti eventuali contributi dei privati cittadini e il sostegno ad iniziative ad hoc.
Si tratterebbe, quindi, di una grande opportunità per fare massa (in questo senso la Fondazione dovrebbe però allargare la governance non solo al settore vitivinicolo ma anche, per esempio, al mondo del commercio, del turismo e del terziario avanzato) e per creare un modello virtuoso, un esempio di eticità che si spinge oltre il concetto di sostenibilità ambientale, già profondamente radicato nella filosofia del territorio.