Nata nel 2016 come “figlia” del Consorzio del Brunello, con l’ambizioso progetto di promuovere lo sviluppo del territorio, dal sociale al turismo fino al restauro dei beni artistici e culturali, dopo diciannove mesi nulla si è mosso attorno alla “Fondazione Territoriale Brunello di Montalcino”. Tra ritardi e problemi burocratici, un anno e mezzo dopo siamo sempre al punto di partenza. Il 2017 è volato via tra qualche riunione con i legali e col notaio, senza nessuna attività vera e propria. E pensare che la Fondazione era stata caldeggiata fortemente dal precedente direttivo del Consorzio, che voleva lasciare un segno forte prima della scadenza del mandato e ricambiare, con questo progetto, quanto il territorio aveva dato e contribuito per far crescere il valore del Brunello di Montalcino. Una Fondazione che, pur essendo espressione del Consorzio, doveva avere una gestione autonoma, slegata anche dalla politica, con la presenza del sindaco Silvio Franceschelli ma solo in veste istituzionale.
Dopo il via libera del direttivo e la formazione di un comitato pilota, il 28 ottobre 2016 si completa il Cda, composto da sette consiglieri di cui cinque indicati dal Consorzio - Fabrizio Bindocci (presidente), Remo Grassi (vicepresidente), Patrizio Cencioni, Manuele Bartolommei e Andrea Machetti - e uno, Andrea Cortonesi, suggerito dal sindaco, esso stesso membro del Cda.
L’ultima news è del febbraio 2017, quando Bindocci, alla Montalcinonews, motiva la partenza ritardata: “la burocrazia non aiuta e il Consorzio, per statuto, non può fare opere di charity. Noi vogliamo partire, dobbiamo aiutare chi non è fortunato come noi. Contiamo nelle donazioni dei produttori, due centesimi di euro per ogni bottiglia prodotta”.
A quasi un anno di distanza, abbiamo ricontattato Bindocci per saperne di più. “La Regione Toscana ha fatto nuove leggi e ci siamo dovuti adeguare per portare lo statuto in regola con quelle che sono le modifiche del terzo settore - spiega il presidente della Fondazione -. Il 29 dicembre dal notaio abbiamo messo a posto la situazione e aspettiamo che ci dia l’atto registrato per convocare il Cda (che rimane quello inizialmente annunciato, ndr). Fino a quel giorno non possiamo prendere decisioni, chiedere soldi, fare progetti”. “La riforma del terzo settore ha creato grossi ostacoli burocratici e nel 2017 non abbiamo fatto attività vera e propria - sottolinea il vicepresidente Remo Grassi - ma contiamo di farla nel 2018. Siamo in dirittura di arrivo”.
L’atto notarile dovrebbe essere pronto verso metà gennaio, poi verrà fissato il contributo volontario da richiedere alle aziende, che è ancora da stabilire. Nella speranza che, nel maggio 2018, nel pieno dei festeggiamenti per la Madonna del Soccorso, non ci sarà da “celebrare” anche i due anni di inattività della Fondazione. Il territorio di Montalcino, e tutti i suoi abitanti, stanno aspettando da tanto, troppo, tempo.