Un messaggio per non dimenticare. Per far capire che l’azienda è pronta a ripartire, a rinascere. A cinque anni dal gigantesco atto vandalico che colpì la cantina di Gianfranco Soldera a Case Basse e che scosse tutto il territorio di Montalcino, l’azienda ha pubblicato un comunicato dove informa che con la primavera 2018 sarà disponibile l’annata 2013, la prima vendemmia dopo il terribile misfatto.
“Desideriamo rinnovare il nostro ringraziamento per il sostegno che abbiamo ricevuto nell’affrontare e superare il danno che ci ha colpito nel dicembre 2012 - si legge nella nota, riportata in questi giorni anche dai quotidiani senesi -. Con la fine del 2017 si chiude un periodo in cui abbiamo proseguito con passione e tenacia a sviluppare la nostra azienda con il rammarico di poter offrire ai nostri estimatori di tutto il mondo solo le modeste quantità di vino salvato dal danno. Grazie alle moltissime persone da tutto il mondo che hanno partecipato al nostro sconcerto e inviato messaggi di incoraggiamento. Grazie a chi, senza nemmeno conoscerci, ha condiviso il dolore e l’augurio della ripresa. Grazie a tutti coloro che in questi cinque anni hanno collaborato con noi per raggiungere con successo questo traguardo. Noi ci abbiamo messo tutta la nostra dedizione ma senza l’energia ricevuta da voi non saremmo oggi così felici e così forti”.
La famiglia Soldera rende nota anche la decisione di donare ad enti di beneficenza tutti i 440 litri rimasti dopo il danno, dell’annata 2010, che di conseguenza non sarà in vendita. “Abbiamo imbottigliato i 440 litri in formati da 3, 5, 6, 9, 12 e 15 litri. Ad oggi, in quattro eventi sono già stati raccolti e donati 274.000 euro; stiamo organizzando altri sei eventi nei prossimi due anni”.
Era la notte tra domenica 2 e lunedì 3 dicembre 2012 quando un ex dipendente dell’azienda (in seguito condannato a quattro anni di reclusione) si introdusse nella cantina di Gianfranco Soldera, a Case Basse, aprì i rubinetti di botti e barriques e distrusse l’intera produzione vinicola che riguardava le vendemmie dal 2007 al 2012. Sei annate andate perdute, circa 600 ettolitri finiti negli scarichi della cantina. Quando il Consorzio del Brunello offrì del vino dei propri associati, una specie di Brunello della solidarietà da etichettare e vendere come proprio, Soldera, sdegnato, prese l’offerta al pari di un insulto, di una presa in giro per il consumatore, e uscì dal Consorzio che lo querelò (ma perse la causa) per le parole riportate in unarticolo del Corriere della Sera. Da allora, il suo vino non è più Brunello di Montalcino ma Toscana Rosso IGT.