Per la prima volta nella storia il Brunello di Montalcino entra nella Power 100 di Liv-Ex, la classifica dei grandi marchi di vino nel mondo realizzata dal benchmark del mercato secondario dei fine wine e dal magazine britannico “The Drinks Business”. Il prestigioso traguardo è raggiunto da Casanova di Neri, che chiude così un 2017 da sogno dopo anche il quarto posto nella Top 100 dei migliori vini in assoluto di Wine Spectator.
La vera star è la Borgogna, che nel 2017 ha mosso, in valore, il 12% del mercato (dal 7,7% del 2016), guidata dalla crescita della domanda sul mercato asiatico, con ben 22 brand tra i primi 50 ed il Romanée-Conti alla posizione n. 4, dietro ai “soliti” tre di Bordeaux: nell’ordine Lafite Rothschild, Margaux e Mouton Rothschild, mentre perdono terreno Haut Brion (dalla posizione n. 4 alla n. 9) e Latour (dalla 5 alla 12), così come perde l’intera Regione, che nel 2017 ha pesato appena per il 68,6% del valore totale delle transazioni, il valore più basso mai toccato (nel 2010 Bordeaux rappresentava il 95,8% del mercato, un anno fa il 74,6%).
L’Italia, nel complesso, chiude un anno decisamente positivo, con una quota di mercato, in valore, del 6,3%, dal 5,6% di un anno fa, ma ancora lontana dal 7,1% del 2015. La performance quantitativa del Sassicaia non gli vale la posizione più alta tra le griffe tricolore, dove è invece il Masseto a spiccare, alla n. 20 (dalla 51 del 2016), grazie principalmente ad un prezzo medio altissimo, 5.136 sterline a cassa, il decimo più caro in classifica, una quotazione cresciuta del 23,36% sul 2016. Il Sassicaia, invece, sale fino alla posizione n. 33 (dalla 55 dello scorso anno), frenato proprio dal punto di forza del Masseto, il prezzo, 692 sterline a cassa, che ne fanno il secondo miglior vino al mondo per rapporto qualità/prezzo, il che spiega benissimo il volume di bottiglie mosse negli ultimi 12 mesi.
Nella seconda metà della classifica, invece, arrivano i primi passi indietro per i brand italiani. Gaja, ad esempio, si deve accontentare della posizione n. 56 (dalla 47esima di un anno fa), mentre il Solaia, al contrario, sale dalle n. 86 alla n. 80. Perdono qualche posizione anche l’Ornellaia, che passa dalla 73 alla 86 e, in misura minore, il Tignanello, dalla n. 84 alla n. 88. Il vero crollo è quello dell’altro piemontese in classifica, Giacomo Conterno, che passa dalla n. 59 del 2016, quando fece un salto enorme, alla n. 96, quasi affiancato dall’unica new entry del Belpaese e dall’unica griffe del Brunello presente in classifica, Casanova di Neri. Escono dai primi 100 sia Bruno Giacosa, un anno fa alla posizione n. 87, come new entry, e Petrolo, nel 2016 alla n. 91.