Sempre più imprenditrici nel settore del vino, ma ancora pochi ruoli di peso per le donne nelle stanze dai bottoni. È quanto emerso a wine2wine, la due giorni promossa da Veronafiere, quando l’associazione Donne del Vino ha presentato il Wine marketing di genere e i primi corsi per diventare consigliere dei Consorzi di tutela. Le donne dirigono il 28% delle cantine con vigneto e il 12% delle cantine industriali, il 24% delle imprese che commercializzano vino al dettaglio e il 12,5% di quelle all’ingrosso (dati Cribis- Crif), eppure nei posti dove viene decisa la politica del vino, come i CdA dei Consorzi di tutela, scendono sotto il 10%.
A wine2wine, la presidente delle Donne del vino Donatella Cinelli Colombini ha presentato un progetto formativo diretto, in prima battuta ma in forma non esclusiva, alle 770 Donne del vino. “Un progetto destinato a lasciare il segno in direzione di un nuovo protagonismo rosa nel vino”, ha detto la presidente Cinelli Colombini presentando gli elementi del progetto: “la professionalizzazione di uno stile femminile nella comunicazione e nella vendita del vino, l’aumento delle donne nella classe dirigente del vino e le opportunità per le giovani desiderose di lavorare in questo comparto che appare fra i più in salute dell’intera economia italiana”.
I corsi, che verranno realizzati in tutt’Italia, nascono dalla collaborazione fra le Donne del Vino e WineMeridian-WinePeople; una sorta di “Wine Marketing di genere” partendo dall’istintiva predisposizione delle donne allo storytelling. Secondo Vincenzo Russo, professore all’Università Iulm di Milano ed esperto di neuromarketing, “le donne sono più orientate alle relazioni, alla condivisione di esperienze, e hanno uno stile emotivo e coinvolgente nella comunicazione. Gli uomini considerano la comunicazione come terreno di confronto e di prova su cui misurarsi: affrontano il mondo quale individuo all’interno di un ordine sociale gerarchico. Molti uomini prendono le decisioni senza consultarsi. È importante sempre trovare la complementarietà”.
Per le future consigliere dei CdA dei Consorzi del vino nascono i primi corsi preparatori mai realizzati in Italia. Una lacuna che pesa nella capacità operativa su gran parte della classe dirigente del vino ma che, in questa fase, ha principalmente uno scopo di empowerment, cioè mira a stimolare le donne a candidarsi. Questo appare il principale motivo della loro scarsa presenza nei consigli di amministrazione. Avere donne più motivate e operative nei CdA dei consorzi, vero cervello delle denominazioni, dovrebbe suscitare un trascinamento in alto delle carriere femminili nell’intero comparto enologico. Inoltre potrebbe dare un contributo positivo nei settori in cui le cantine italiane sono tradizionalmente deboli mentre le donne sono percentualmente più formate: la comunicazione e il marketing.
Per progettare la formazione, le Donne del Vino hanno istituito una speciale commissione composta da Tiziana Mori, Francesca Poggio e Donatella Briosi a cui va il merito di questo rivoluzionario progetto. Hanno collaborato anche Massimilla Serego Alighieri, produttrice imprestata al teatro, e l’attrice Lorenza Cristanini Mion, che a wine2wine hanno dato una prima dimostrazione “drammaturgica” della comunicazione commerciale.
Nasce inoltre il progetto FUTURA, una sorta di catalogo online di opportunità destinate alle giovani sotto i trent’anni. “Si tratta di stage, lezioni, visite didattiche, borse di studio, scambi in cantine, enoteche, agriturismi, ristoranti, società di comunicazione e marketing, redazioni giornalistiche, cioè in tutte le imprese delle Donne del Vino”, ha spiegato Antonella Cantarutti, consigliera nazionale delle Donne del Vino. Il catalogo sarà online da aprile per strutturare le esperienze nel mondo produttivo e nella formazione scuola lavoro per arrivare a internazionalizzarle anche coinvolgendo le università. Questo darà alle giovani Donne del Vino un più diretto e consapevole ingresso nel mondo del lavoro.