Dopo la scarsa vendemmia 2017 (-28% secondo le ultime stime Assoenologi del 20 ottobre), l’atteso e annunciato aumento delle quotazioni dei vini non è tardato ad arrivare. Andamento chiaro, che emerge dalle rilevazioni, seppur parziali (mancano alcune grandi denominazioni) dei listini di ottobre stilati da Ismea (prezzi alla produzione dell’ultima annata in commercio, franco magazzino produttore, e Iva esclusa, calcolati su medie statistiche, che possono differire in parte, in più o in meno, dalle reali quotazioni riscontrate dagli operatori sul mercato, ndr). Numeri analizzati da WineNews, in ordine sparso in giro per il Belpaese enoico che, però, parlano, salvo rari casi di stabilità, di un incontrovertibile crescita dei prezzi, certe volte anche notevolissima, che sfiora quasi il raddoppio delle quotazioni sui listini 2016 e che, difficilmente potrà non ripercuotersi anche sullo scaffale, e quindi sul consumatore finale, considerati anche i margini spesso già molto ridotti per i produttori su certe tipologie. Una crescita delle quotazioni che, peraltro, fa notare qualcuno, non basterà a compensare la perdita economica imputabile alle minori quantità che saranno prodotte. E se le quotazioni sono in aumento nettissimo soprattutto sui vini comuni, risultano in generale più contenuti, ma con quotazioni assai maggiori, sul fronte rossista. Al vertice c’è proprio il Brunello di Montalcino, a 1.030 euro al quintale, con una crescita del 12,6%.
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024