Una raccolta firme per unire i sei Comuni della Val d’Orcia sotto un’unica amministrazione. È l’ambizioso e forse utopico progetto promosso dal comitato “Per il Comune della Val d’Orcia”, una raccolta di adesioni per legare Castiglione d’Orcia, San Quirico, Pienza, Radicofani, e, nella visione più ottimistica, Montalcino. “In base alle risposte - spiega al Corriere Fiorentino Glauco Guidotti, coordinatore del comitato - capiremo meglio dove andare. Il nostro intento, che oltrepassa le appartenenze politiche, è quello di portare la popolazione a esprimersi attraverso un referendum. Deve aderire il 10 per cento dei cittadini dei Comuni (è il limite stabilito dalla Regione per indire un referendum, ndr)”. Ma l’iniziativa ha già creato forti divisioni. Claudio Galletti, primo cittadino di Castiglione d’Orcia, si dichiara totalmente contrario a ogni ipotesi di fusione. Francesco Fabbrizzi, fascia tricolore di Radicofani, rincara la dose, sempre sulle pagine del quotidiano: “non siamo interessati né come amministrazione, né come comunità, né come partito (Pd, ndr): il progetto avrebbe poco senso, non si capisce chi ne farebbe parte e alcuni Paesi resterebbero senza rappresentanza; il territorio diventerebbe ingestibile, con più di venti frazioni e distanze siderali: a sud lambisce i confini del Lazio, mentre a nord tocca Val di Merse e Crete Senesi”. Possibilista invece Fabrizio Fè, sindaco di Pienza: “Il Comune unico può essere un’idea, ma prima bisogna capire se esiste il consenso da parte dei cittadini, e soprattutto non avere come principale motivazione i fondi derivanti da Stato e Regione, che poi andrebbero equamente divisi, non senza difficoltà, tra i vari Comuni”. L’unica 100% unionista è Valeria Agnelli, sindaco di San Quirico d’Orcia: “guardo a questa prospettiva con molta attenzione e non capisco chi prende posizioni nette. L’aggregazione può essere un’opportunità per riavviare il progetto del Parco artistico e naturale della Val d’Orcia, la società inizialmente creata per l’inserimento del territorio tra i siti Unesco, che finora non ha portato i risultati dovuti, perché, con la gestione di cinque sindaci diventa difficile procedere con decisione. Siamo divisi dal campanilismo e dalle priorità dei nostri confini più che da quelli della Val d’Orcia”.
Agli unionisti piacerebbe coinvolgere anche Montalcino, che giusto un anno fa si è legato con San Giovanni d’Asso, ma “anche senza Montalcino arriveremmo a una popolazione di circa 9 mila abitanti - riprende Guidotti -. Un Comune piccolo, ma più forte sulle politiche di area. In particolare si avvertirebbe un notevole progresso per l’intero settore turistico, un ritorno di immagine che andrebbe a vantaggio del territorio, un miglioramento amministrativo, e, non ultimo, ingenti incentivi economici”, cioè i fondi stanziati dalla Regione per i Comuni che si uniscono.
Come la pensa, invece, l’amministrazione comunale di Montalcino? “Noi siamo favorevoli ad una unione dei Comuni del Parco della Val d’Orcia - sottolinea alla Montalcinonews il sindaco Silvio Franceschelli -. Se si tratta di condividere servizi, riscuotere tributi, realizzare piani urbanistici, gestire il turismo, anche domattina. Ma nessuna fusione. Il nostro percorso lo abbiamo già fatto con San Giovanni d’Asso. E poi il nostro Comune non può prescindere dal nome esclusivo di Montalcino in quanto marchio di un prodotto territoriale”. Una fusione che Franceschelli rifarebbe “cento volte. Adesso dobbiamo svilupparne le grandi potenzialità. In primis le politiche di promozione e valorizzazione del nostro distretto rurale e l’uniformazione dei regolamenti, dal Consiglio Comunale al piano operativo, e del sistema di coordinamento della comunicazione, per coinvolgere le sette Pro Loco e realizzare un calendario comune. Poi agiremo sulle singole località. Ognuno ha i suoi problemi. A Montalcino le scuole, a Torrenieri il traffico…”. Nessuna evoluzione, per adesso, sul caso Abbeveratoio. “Abbiamo avuto degli incontri col Prefetto, i rapporti sono buoni e siamo allineati col progetto di suddivisione dei migranti in piccoli nuclei territoriali. È il metodo di integrazione che funziona. Il disegno ministeriale è la linea da seguire”. Battuta finale sul tartufo, con il sindaco che sarà presente all’imminente Mostra Mercato, per il primo anno nel territorio di Montalcino. “È un’annata difficile, la produzione è scarsa e i prezzi sono altissimi. Ma la qualità c’è”.