“Fusi, ma salvi”. Titola così la Nazione di Siena in edicola questa mattina che ha intervistato Fabio Braconi, l’ultimo sindaco di San Giovanni d’Asso. Braconi ha sottolineato che, da un punto di vista socio economico, “non ho ancora notato grandi cambiamenti”, ma da quello amministrativo “i cambiamenti si vedono già e sono solo positivi: noi facevamo tutto in sofferenza”. Insomma l’ex sindaco a distanza di quasi un anno dalla fusione avvenuta con il Comune di Montalcino rimane convinto, anzi lo è ancora di più, che “la fusione fa bene al nostro territorio e alla comunità, che oggi è amministrata con le giuste attenzioni e modalità”. Per adesso, mentre si discute da tempo a Torrita e Montepulciano ma anche ad Asciano e Rapolano, l’unica fusione avvenuta in provincia di Siena è proprio quella tra San Giovanni d’Asso e Montalcino. Ma i cittadini cosa ne pensano? Rivoterebbero a favore o contro? Il “sì” vinse nettamente e senza sorprese. E più di una voce raccolta nel weekend a San Giovanni d’Asso rifarebbe questa scelta. Ma non tutte. In questi giorni il tema dei piccoli centri è tornato d’attualità con Claudio Galletti, sindaco di Castiglione d’Orcia, che ha chiesto un incontro con il prefetto di Siena per consegnare simbolicamente le chiavi della città. E’ un discorso diverso che non riguarda Montalcino. Ma il fatto è che non solo i piccoli comuni rischiano di sparire ma anche i cosiddetti “paesini”. Questo non per le fusioni ma per i servizi, quelli utili per la vita quotidiana, che se ne vanno. E con loro la paura è che lo facciano anche i cittadini. E qui entriamo nel territorio di Montalcino dove c’è chi non vorrebbe rassegnarsi. Prendiamo, ad esempio, Sant’Angelo in Colle di cui abbiamo scritto qualche giorno fa: la chiusura della storica filiale Mps ha lasciato l’amaro in bocca anche perché la raccolta firme a cui hanno aderito cittadini e aziende non ha dato speranze. Sant’Angelo, ma così come tante altre piccole realtà, è un esempio di qualità di vita che il mondo ci invidia. Cosa succede se la gente va via perché non ha più dietro casa lo stretto necessario? Anche a Castelnuovo dell’Abate è rimasto solo il bancomat. Per non parlare poi dei trasporti. Quanti mezzi pubblici ci sono per arrivare dalle frazioni a Montalcino durante il giorno? Non molti. E la domenica meno ancora. Noi andiamo nei bar, riceviamo telefonate, qualcuno ci ferma per la strada. Il tema dei servizi è quello che sta più a cuore. Mantenerli, che sia una banca, un distributore di benzina, una linea di un mezzo pubblico (ma anche la manutenzione di una strada meno trafficata ma non per questo meno importante) è fondamentale per non far diventare i nostri piccoli/grandi centri storici solamente dei posti da cartolina.
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024