Aveva un desiderio grandissimo, Ivo Fagnani, e con caparbietà, sacrificio e tanto, tanto cuore, è riuscito ad esaudirlo. Dopo la scomparsa di suo figlio Gaetano, detto “Gaetanino”, che due anni fa aveva lasciato un vuoto enorme a Montalcino, Ivo si era dato l’obiettivo di omaggiarlo, di rendere eterno il suo ricordo. Inizialmente con un opuscolo di una decina di pagine, per ripercorrere i 49 anni di vita del figlio. Ma il sogno era legare il suo nome ad una via o una piazzetta. Ne parlò col sindaco, capì che era una cosa complessa se non impossibile. Si rivolse poi alla Misericordia di Montalcino, in quel momento alla ricerca di nuove autovetture. Eccola, allora, l’idea. Un Fiat Doblò personalizzato, in memoria di Gaetanino. Ivo accettò subito, e nonostante le condizioni economiche di famiglia non proprio agiate, contribuì in larga parte all’acquisto del veicolo. Pochi giorni fa il Doblò è diventato operativo. Sul fianco destro, la scritta “donato in ricordo di Gaetanino Fagnani”. Che un privato (a maggior ragione di umili origini) doni un mezzo, è un fatto più unico che raro. “A memoria mia - commenta Giuseppe Antichi, della Misericordia - non ho ricordanze. A Montalcino non era mai successo, perlomeno da quando sono qui io”.
A breve verrà organizzata anche l’inaugurazione, magari in concomitanza con le feste natalizie, con tanto di foto ad immortalare l’iniziativa. Tra l’altro Gaetano era cattolicissimo, andava sempre in chiesa, come ci ricorda Ivo Fagnani. “Era conosciuto da tutti, in diversi mi dissero che se ne era andato un pezzo importante di Montalcino. Era benvoluto da tante persone perché, a differenza mia, salutava il primo che trovava. Certo, c’era anche chi si divertiva a prenderlo in giro…”. Ivo tempo fa ha realizzato un librettino, di dodici pagine, con frammenti di vita di suo figlio. Dalla nascita in concomitanza con la partenza del Palio, come se fosse in gara anche lui (coi medici dell’ospedale che scherzavano: “forza, vogliamo vedere il Palio!”), alla pianola suonata da bambino insieme all’orchestra di Raoul Casadei, fino ai primi sintomi della sua patologia, il morbo di Lebestien, che causa deformazioni ossee. Ma Gaetano non si buttava mai giù. “Ripeteva sempre: babbo, io non morirò mai - ricorda commosso Ivo - anche la sera prima del giorno in cui ci siamo dovuti separare”. Adesso, a due anni dalla scomparsa, Ivo è riuscito nel suo intento. Gaetanino resterà indelebile sul Doblò della Misericordia. Nei cuori di Montalcino, invece, lo era di già.