Entra nel vivo il progetto per il completo recupero e la valorizzazione dei resti di Brunella, la balena fossile scoperta nel 2007 nel territorio di Montalcino e considerata dagli esperti come uno degli esemplari meglio conservati del Mediterraneo. La balena, datata circa 4,5 milioni di anni fa, può essere un importante fonte di informazione per ricostruire la storia del popolamento del Mediterraneo dopo la crisi di salinità di circa 5 milioni di fa. E la “Brunella” ci ricorda anche che parte del territorio senese deve la sua configurazione al fatto di essere stato, un tempo, un fondale marino. Anche quest’anno, grazie a un accordo tra Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, Istituto di Studi Archeo-Antropologici (ISA) e Società Banfi, scavo e restauro saranno attuati attraverso un campo scuola che costituisce un’occasione formativa di alto livello per la conoscenza e l’applicazione diretta delle diverse tecniche di scavo, restauro e studio di reperti paleobiologici.
L’edizione 2017 del campo scuola si sta svolgendo in questi giorni a Poggio alle Mura e si avvale del contributo di studiosi di varie istituzioni (Dipartimento Scienze fisiche della Terra e dell’ambiente dell’Università di Siena, Museo di Storia Naturale dell‘Università di Firenze, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, Laboratorio Arti visive della Scuola Normale Superiore di Pisa, GAMPS di Scandicci, San Diego Natural History Museum) e del supporto del Comune di Montalcino. E questa mattina è arrivata una visita speciale e particolarmente gradita: quella dei bambini della terza elementare di Montalcino che con grande curiosità hanno sentito le spiegazioni e preso appunti con molta attenzione!