Ciclismo e Brunello, una storia da museo

Paolo BianchiniIn visita al museo della bicicletta presso l’azienda Ciacci Piccolomini d’Aragona. Paolo Bianchini ci apre le porte di una stanza ad hoc dedicata al ciclismo, con magliette storiche e bici d’epoca che sono dei veri e propri pezzi rari da collezione: Moser, Casagrande, Scarponi, Cipollini, Fondriest, Bitossi, Colnago, sono solo alcune delle “chicche” appartenute ai grandi campioni ed oggi custodite in azienda. Bianchini è stato un bravo ciclista in passato ma anche nel presente se la cava ancora molto bene. Tuttora conserva forti legami con il mondo della bicicletta, con i campioni che spesso vengono da queste parti per parlare di ciclismo e sorseggiare un buon calice di Brunello di Montalcino. Bici e vino un legame solido testimoniato dai numeri di un turismo sportivo in grande crescita e che qui, grazie alle strade bianche e ai suggestivi panorami trova terreno fertile. E poi ci sono i grandi eventi: l’Eroica, la Granfondo del Brunello ma anche quella “mitica” tappa del Giro d’Italia 2010 che toccò proprio Montalcino e che fu impreziosita dalla vittoria di un campione come Cadel Evans con Vincenzo Nibali che si trovava in maglia rosa nella grande corsa a tappe italiana vinta poi da Ivan Basso. Ma Bianchini ha anche la “sua squadra”, l’Asd Brunello Bike, che ha pure un importante scopo sociale: il ricavato dell’acquisto della maglia da parte dei sostenitori viene infatti devoluto in beneficienza. Sport, vino e solidarietà. Un tridente imbattibile e che merita un brindisi. A base di Brunello naturalmente…

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Un pensiero su “Ciclismo e Brunello, una storia da museo

  1. Sono un sommelier Bibenda appassionato di ciclismo con qualche gara amatoriale alle spalle in gioventù.Moseriano ho girato l’Italia è un po’ di mondo per vedere gare ciclistiche o per turismo in località viste in televisione in occasioni di giro tour vuelta ecc.Davvero mitica la tappa 2010 di Montalcino ma ancora di più il vostro Brunello ormai introvabile della stessa annata.Il primo brunello bevuto ,dopo quello di Biondi Santi,è stato tanti anni fa il Pianrosso grazie a Luca Maroni che ne era letteralmente entusiasta e noi adepti ancor di più.Ad Maiora semper e…….attenzione alle imitazioni di chi approfitta di una certa omonimia con voi.Francesco Mondelli

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