“È una grande soddisfazione per un risultato che condivido con tutti i membri del mio staff. Voglio però sottolineare come il successo di ogni azienda è il successo di tutto il territorio. Un anno può capitare a me, un altro anno ad altri produttori, ma il beneficio è collettivo”. Così Andrea Costanti commenta il primo posto della sua azienda di Montalcino, Conti Costanti, nella Top 100 dei vini da conservare del magazine americano Wine Enthusiast. In graduatoria entrano anche le etichette di Il Marroneto (n. 12), Le Chiuse (n. 29) e Baricci (n. 34). Quattro Brunello di Montalcino di un’annata, la 2012, che, come spiega Costanti, è stata “calda e siccitosa fino ad agosto, poi il mese di settembre è stato bellissimo, con giornate non eccessivamente calde durante il giorno, fresche la sera e fredde di notte. Questa escursione termica è fondamentale per l’acidità e i profumi. Da un certo punto di vista ci rivedo l’andamento stagionale del 2017”.
Costanti poi guarda avanti, a nuove idee e soluzioni per migliorare ancora il prodotto Brunello. “Per me il salto di qualità si può fare con la zonazione. Non in termine di merito, perché è il mercato a decidere quale espressione è la migliore, ma per far capire che pur essendo il territorio di un solo Comune, è molto diversificato. Ci sono varie esposizioni e varie scuole di pensiero, che portano ad usare diversi tipi di invecchiamenti. Oppure l’altitudine. Si va dai vigneti sull’Orcia e sull’Ombrone a poco più di 200 metri sopra il livello del mare, fino a vigneti a quasi 500 metri ed oltre. Secondo me tutte queste cose vanno fatte conoscere. Del resto, i grandi vini hanno seguito questo percorso, dal Bordeax al Borgogna in Francia fino al Barolo, che è il punto di riferimento tra i vini rossi italiani”.
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