Un’annata particolare, destinata probabilmente a ripetersi. La Nazione oggi traccia il punto della situazione della vendemmia 2017, che raccoglie i frutti di una stagione complicata e siccitosa. “Si conclude in questi giorni la raccolta nelle vigne dei pregiati vini di Siena - si legge nelle pagine del quotidiano senese - e se i vitigni precoci sono giunti a maturazione già a fine agosto, varietà autoctone più tardive (come il Sangiovese), hanno potuto giovare delle piogge di fine estate”. Nonostante ciò, in tutti i vigneti si è riscontrato un calo sostanziale, sia nella produzione di uva che nella resa in cantina. Un calo che varia dal 20% al 40%. “Ma non è una vendemmia da buttare, anzi: le analisi effettuate su campioni di uve raccolte parlano di concentrazioni equilibrate delle diverse sostanze contenute in buccia e polpa dell’uva, facendo sperare in un risultato finale decisamente interessante. Poca quantità, quindi, ma una qualità medio-alta, che potrebbe ricompensare di questa annata così atipica”.
“Potrebbe essere un’annata molto migliore di quello che molti immaginavano - spiega sempre a La Nazione Patrizio Cencioni, presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino - anche se è presto per dirlo e bisognerà aspettare come sempre il periodo dopo la svinatura per farsi un’idea più precisa”.
Ma conclusa questa vendemmia, c’è il rischio concreto che stagioni simili si ripetano? “Speriamo che non sia la regola - risponde l’enologo Emiliano Falsini - ma la tendenza degli ultimi anni indica che andiamo verso un clima più siccitoso e caldo”.