“In Toscana ci sono circa 900 sistemi acquedottistici. All’inizio dell’estate 287 di essi (circa un terzo) sono stati ritenuti critici a vario livello e quindi meritevoli di monitoraggio, per prevenire un’eventuale carenza idrica. Di questi solo una parte è entrata realmente in crisi e ha visto l’attivazione di servizi di autobotti o azioni di razionamento”. A dirlo è Toscana Notizie, l’Agenzia di informazione della Regione Toscana, che ha pubblicato ieri un quadro generale del sistema idrico regionale alla fine di un’estate caratterizzata da bassissime precipitazioni e temperature estreme, che hanno comportato un aumento di domanda di risorsa anche in presenza di ordinanze di limitazione dei consumi. “La crisi - si legge nel comunicato - seppur sempre in atto, ha avuto una battuta d’arresto. Le piogge delle prime due settimane di settembre e la diminuzione di temperature e consumi hanno ridotto diverse criticità, ma in alcune aree, soprattutto interne, in assenza di un buon livello di piovosità durante tutto il mese di ottobre, il livello di crisi potrebbe permanere se non aumentare”.
La situazione più critica è prevista nella zona dell’alta Val di Cecina (Volterra e Pomarance), dove nella prima metà di ottobre potrebbero terminare le risorse di emergenza (laghetti privati). Per il territorio di Acquedotto del Fiora le situazioni previste con maggiori criticità rimangono quelle non connesse al sistema dell’Amiata ed in particolare il Chianti senese, Montalcino ed alcune zone dell’entroterra grossetano e del senese (Cetona, Radicofani). Al perdurare della siccità potrebbero entrare in crisi alcuni sistemi interconnessi con il sistema dell’Amiata ma relativamente distanti quali Follonica, Massa Marittima ed alcune zone costiere.