“Si dice sempre così, ma è la realtà: è andata meglio delle più rosee aspettative. Una grande partecipazione e soprattutto i feedback entusiastici dei ragazzi, con lezioni interdisciplinari che spaziando dall’agricoltura alla meteorologia, dalla genetica all’agronomia, dal marketing alle neuroscienze, hanno dato un’idea a 360° di quello che è il progetto, ovvero formare la classe dirigente del futuro nel mondo del vino e colmare il gap culturale che c’è sempre stato tra Sangiovese e altri vitigni internazionali”. Così Rodolfo Maralli, presidente della Fondazione Banfi, commenta alla Montalcinonews la prima edizione della Summer School Sanguis Jovis andata in scena la scorsa settimana all’Officina Creativa dell’Abitare di Montalcino, che ha visto partecipare, selezionati con bando di ammissione, venti studenti: dieci professionisti del settore e dieci neolaureati, che hanno beneficiato delle borse di studio offerte da Fondazione Banfi, Fondazione Bertarelli, Consorzio del Brunello, Comune di Montalcino, Montalcinonews e due società di consulenza, Mia e A&Elle.
A guidare la Summer School due membri del Comitato Scientifico della Fondazione Banfi, Attilio Scienza (presidente) e Alberto Mattiacci (direttore). “La qualità dei progetti si vede su una variabile temporale - ci spiega Mattiacci, professore dell’Università La Sapienza di Roma -. Se fra 5-6 anni siamo ancora qui vuol dire che siamo stati bravi. È andata bene, in questa settimana è passato il messaggio di voler costruire una cultura ampia sul Sangiovese, con l’anima tecnica, che deve essere preponderante, ma non solo. Si è parlato di mercato, di neuroscienze, di comportamenti di acquisto e consumo, per aprire una nuova via al modo di pensare al vino. Ascoltando i ragazzi crediamo che il messaggio sia passato. Con “Sanguis Jovis” - continua il professore - non ci limiamo alla formazione. Stiamo per lanciare due progetti di ricerca, finanziati dalla Fondazione, per produrre pubblicazioni scientifiche internazionali che metteremo a disposizione della comunità. Facciamo 50% di formazione e 50% di ricerca, l’una senza l’altra non può esistere”.
Per chiudere il corso e consegnare gli attestati di frequenza, venerdì 29 settembre, è stata organizzata una cena a Castello Banfi alla presenza degli studenti, degli organizzatori e di alcuni sponsor del progetto. A portare i saluti dell’amministrazione comunale il sindaco Silvio Franceschelli. “Ricordo di un pranzo a Montalcino insieme a Maralli, Scienza e Mattiacci - ha detto ai presenti il primo cittadino - e nacque questa idea, in un momento complesso del Comune, al suo primo anno di vita dopo la fusione con San Giovanni d’Asso. Stiamo portando avanti il progetto di un distretto agroalimentare di eccellenza e questa iniziativa rientra perfettamente in questa ottica. Ci fa paciere avere aziende che ci aiutano a valorizzare quello che abbiamo. Per questo ringrazio Villa Banfi, che continuo a chiamare così da sempre, nonostante tutte le modifiche sociali. Grazie a Villa Banfi, a Rodolfo e a tutti voi, sperando che vi rimanga nel cuore questa esperienza”.
Durante la cena è stato consegnato agli studenti il Bilancio di Sostenibilità 2016 di Banfi, prima azienda nel mondo ad ottenere, nel 2005, la Certificazione Etica. “Fatevene tesoro perché è un grande obiettivo - ha spiegato il presidente di Banfi Remo Grassi - per questo nasce la Fondazione e di conseguenza la Summer School, che è una bellissima iniziativa che vuole rafforzare il nostro legame col territorio. Ricordate sempre la regola delle 3C: Comunicare, Condividere e Crescere. Noi possiamo dire con orgoglio di essere stati la locomotiva che ha trainato le altre realtà portandole all’eccellenza”.
Delle dieci borse di studio, due sono state offerte dal Consorzio del Brunello, che “ringrazia la Fondazione per un’operazione che allarga orizzonti e permette una crescita del territorio - ha sottolineato il direttore Giacomo Pondini - una nota in particolare va a Rodolfo Maralli, per l’entusiasmo nel portare avanti questa cosa, a cominciare da quando ce l’ha presentata”.
Durante la serata, moderata da un ispiratissimo Maralli, sono arrivate anche le considerazioni dei partecipanti della Summer School. Come Adelaide, che a nome di tutti gli studenti ha ringraziato “la Fondazione e i suoi partner per questa scuola così costruttiva”. O come Daniele: “ci portiamo a casa tanti dubbi e tante curiosità ma soprattutto il ricordo di una bellissima esperienza e di un gruppo che non si conosceva ma che dopo mezz’ora, alle dieci e mezzo di sera, già cantava attorno ad un pianoforte”. Tra i borsisti Sofia Di Giacinto, laureata in Viticoltura ed Enologia a Viterbo: “conoscevo già il territorio, avendo lavorato le ultime due vendemmie in una azienda di Montalcino. Quando ho saputo della Summer School non c’ho pensato un secondo. È una grande occasione con grandi professori da tutta Italia”.
Neanche il tempo dei saluti che è subito il momento di pensare al futuro. “Si pensa già alla seconda edizione, che si terrà tra giugno e settembre. Stiamo valutando il momento migliore”, conclude Maralli. Ma intanto, a marzo 2018, ecco la Winter School, il cui bando sarà pubblicato a breve. Al centro del corso sarà sempre il Sangiovese, proiettato in un mercato globalizzato in cui la digitalizzazione diviene strumento necessario per la sua diffusione e conoscenza.