Teatro degli Astrusi gremito oggi pomeriggio per “D’oro è la Freccia”, l’evento che ha omaggiato gli arcieri vincitori della Freccia d’Oro, l’ambito riconoscimento che viene assegnato una volta ogni dieci anni in occasione della Sagra del Tordo. C’erano tutti gli arcieri, con l’eccezione di Marino Pascucci, unico assente, con il gruppo che ha ricordato con emozione quei momenti di festa entrati di diritto nella storia della manifestazione. Come la famosa vittoria del Pianello nel 1987 con i fratelli Bovini che al quindicesimo spareggio superarono la resistenza del Travaglio quando le luci della sera erano già calate. Ma ogni Freccia d’Oro ha una storia dietro da raccontare, un tripudio di sensazioni e ricordi, molti dei quali meritano pure una riflessione. Sovente, infatti, gli arcieri che sono saliti sul palco degli Astrusi hanno fatto riferimento a un’epoca che non c’è più, quando, ad esempio, c’era la condivisione tra i Quartieri degli spazi di allenamento. Il video della Proloco, montato da Pino Sanfilippo che con pazienza ha ricostruito frammenti di VHS e super 8, ha strappato applausi a più riprese. La platea ha rivisto nel grande schermo volti noti che hanno contribuito a far diventare grande la festa, alcuni dei quali, purtroppo, non ci sono più. Le immagini e la musica hanno dato il giusto omaggio agli arcieri e a quei fatidici momenti di concentrazione esplosi poi in una rumorosa e colorata gioia. La serata è iniziata con le parole di Alessandro Nafi, presidente del Consiglio di Montalcino, che ha fatto gli onori di casa sottolineando l’importanza dell’appuntamento ma aggiungendo come dovranno essere fatti “dei ragionamenti importanti per il futuro della festa per riprogrammare alcune questioni”.
Sul palco è poi salito Michelangelo Lo Presti, moderatore e presentatore dell’iniziativa. Dopo la proiezione del video gli arcieri che hanno conquistato la Freccia d’Oro hanno preso il microfono in mano per parlare al pubblico di quelle indimenticabili vittorie che portano la loro firma e ricevere una medaglia come riconoscimento. Gli interventi si sono susseguiti in ordine cronologico, iniziando dai protagonisti della prima Freccia d’Oro, vinta dal Pianello nel 1967 con Duilio Landi e Mario Bizzarri, autentici dominatori di quel periodo. “Le difficoltà erano le stesse di quelle che affrontano gli arcieri oggi - ha detto Landi - non la prendevamo alla leggera. Fu una vittoria importante”. Bizzarri ha invece svelato uno scherzoso aneddoto: “a Montalcino manco da molto tempo, non conosco più tutti anche se ho tanti legami. Per quanto riguarda quel successo ricordo che facemmo una cena degli arcieri e Focacci non venne perché era troppo piccolo!”. Il 1977 per il mondo è stato un anno rivoluzionario. A Montalcino si assegnava la seconda Freccia d’Oro, la prima vinta dal Borghetto. Nelle parole di Gabriele Mulinari, l’unico arciere biancorosso presente, c’è anche un pizzico di nostalgia per delle abitudini che si sono perse. “Ci allenavamo alle 5 del mattino, facevamo due serie e poi andavamo a lavoro a Siena. Prima si condivideva anche la pista di allenamento con gli altri, adesso non più. Non c’era poi tutta questa risonanza mediatica io solo dopo aver vinto scoprii che era l’anno della Freccia d’Oro! Marino Pascucci era un compagno affidabile, il compagno che tutti avrebbero voluto avere”. Applausi meritati. Il 1987 rimarrà nella storia come la Sagra del Tordo più emozionante e la Freccia d’Oro più combattuta. La spuntarono Massimo e Maurizio Bovini del Pianello, che hanno scherzato sul loro legame familiare (sono fratelli) e su chi è il più bravo dei due. In realtà lo sono entrambi visto che un piccolo-grande pezzo di storia della Sagra del Tordo porta la loro firma. Altri tempi, gli anni ’80, per chi faceva l’arciere. “Si andava alla Madonna del Latte la sera a provare - ricordano - ci si allenava tutti insieme. E le coppie venivano scelte dal Quartiere”.
Il 1997 è l’anno della Ruga che con Luca Capaccioli e Claudio Sassetti regalarono la prima Freccia d’Oro al popolo gialloblù. Per molti sono loro la coppia più forte della storia. “Nella mia vita non ho mai fatto niente soltanto per partecipare - dice Capaccioli – ho iniziato ad allenarmi ben prima del 1984, andavo nel parcheggio dell’ex casa di riposo ma all’epoca tirare le frecce non faceva per me!”. Sassetti si allinea e ci ride sopra. “Luca dice che quando si allenava prendeva la porta io invece tiravo nel sughero!”. Capaccioli è stato protagonista anche nel 2007, ultima Freccia d’Oro assegnata e vinta ancora una volta della Ruga. Insieme a lui Giancarlo Tanganelli, i protagonisti del “cappotto d’oro” che i quartieranti gialloblù sperano di ripetere quest’anno. “Luca - sono le parole di Tanganelli - ha dimostrato tutto. Quell’anno eravamo troppo in forma così come eravamo sicuri di portare a casa la Freccia d’Oro”. Lo Presti spiega che i numeri dimostrano come “Luca sia il migliore arciere della storia”. Ma oggi si rivedrebbe in campo? “Non lo so - risponde Capaccioli - dall’ultima volta che ho tirato non ho più ripreso l’arco in mano e alcune cose sono cambiate. Ma ci riproverei sicuramente”. Dopo il tuffo nel passato la chiusura è per il presente e il futuro immediato. Gaetano Batazzi, uno dei massimi esperti della festa, dice che per “vincere la Freccia d’Oro ci vuole una grandissima prestazione. Quest’anno bisognerà superare i 95 punti”. Domenica lo scopriremo.
GUARDA IL VIDEO