“Montalcino è arrivata quasi per caso, l’abbiamo vista per la prima volta a luglio e in pochi mesi abbiamo concluso. La volontà è quella di mettersi alla prova in una delle zone più conosciute e blasonate. L’azienda è piccola ma bellissima, una bomboniera”. Dominga Cotarella, agronoma e figlia dell’enologo Riccardo Cotarella, commenta così, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’acquisto dell’azienda Le Macioche (5 ettari di cui 3,5 vitati a Brunello, investimento di oltre cinque milioni), in una delle zone più storiche del territorio, tra la Fattoria dei Barbi di Stefano Cinelli Colombini e Podere Salicutti, acquistato nel 2016 dalla tedesca Eichbauer, big dell’edilizia e fondatrice del ristorante bistellato Michelin “Tantris” a Monaco di Baviera. Un’operazione tutta al femminile, assieme alle cugine Marta (che si occupa dell’amministrazione) ed Enrica (comunicazione e social), figlie di Renzo Cotarella, amministratore delegato della Marchesi Antinori. Le Macioche, acquistata nel 2014 da tre soci veneti per una cifra attorno ai 4 milioni di euro e con un fatturato intorno ai 25 mila euro, si va ad aggiungere all’altra azienda di famiglia, Falasco (13,2 milioni di fatturato nel 2016), a sud di Orvieto, fondata Riccardo e Renzo e guidata sempre dalle figlie Dominga, Marta ed Enrica.
“È stato amore a prima vista - spiega Dominga Cotarella (Foto: RB Design) - e quando ti innamori perdi anche l’obiettività. Faremo solo Brunello e qualche Riserva. Usciremo con l’annata 2013 coi vini già in cantina mentre la nostra prima prova totale sarà con l’annata 2017 che avrà anche il marchio biologico riconosciuto. Nelle bottiglie aggiunge resterà il nome Le Macioche, perché è quello della zona, ma introdurremo il nome aziendale Cotarella”. “Insieme - continua Cotarella - ci completiamo, formiamo un team forte e consapevole. Difficilmente andiamo in contrasto e ci concediamo piena fiducia. Abbiamo inoltre la fortuna di poterci confrontare sempre con genitori molto attenti ma che non ci hanno mai limitato nelle scelte, lasciandoci libere anche di sbagliare. Mio padre Renzo ha visto l’azienda qualche settimana fa per la prima volta. Spero di trasmettere anche ai miei figli questi valori. Quello che desideriamo è affrontare questa nuova avventura nel pieno rispetto del posto in cui siamo. Con umiltà, in punta di piedi, sviluppando un confronto continuo con chi ci vive ed opera da molto prima di noi”.
Cotarella confessa che lei e le sorelle sono “entusiaste ma al tempo stesso un po’ impaurite, consapevoli di doversi rimboccare le maniche. Spesso parlando delle nuove generazioni si sente dire «al massimo non distruggeranno quello che c’è », invece noi cercheremo di dare e fare qualcosa in più. Il nostro Brunello punterà sul carattere, fedele, per quanto possibile allo stile di famiglia”.
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