Domani scatta il primo giorno di scuola anche a Montalcino. Ne abbiamo parlato, anche su queste pagine, soffermandoci in particolar modo sulle ultime novità che i ragazzi si troveranno ad affrontare: didattiche, ma non solo, perché la scuola significa anche spazi e aule (e a Montalcino il problema è annoso), sicurezza delle strutture e, da quest’anno, anche obbligo di vaccinazione. Quando si inizia non si sa mai come si inizia, senza trascurare il fatto che bisogna sempre più spesso fare i conti con l’invasione delle nuove tecnologie. Un problema per molti ma non per tutti, considerato che proprio il Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli ha aperto le porte all’utilizzo dello smartphone in classe motivandolo come “uno strumento che facilita l’apprendimento”. Questa presa di posizione ha sollevato numerose reazioni da parte del mondo scolastico.
Lo smartphone in classe è un’opportunità oppure semplicemente un oggetto da evitare? Lo abbiamo chiesto al vicepreside del Liceo Linguistico di Montalcino, Michelangelo Lorenzoni. Il “Lambruschini” ha già attivato il progetto della Classe 2.0 che prevede lezioni con l’utilizzo dei tablet. Insomma, la scuola digitale qui è già realtà, e chi meglio della dirigenza può dirci come i ragazzi si rapportano con i telefonini di ultima generazione? “Ne parlavamo giusto l’altro giorno - commenta Lorenzoni - noi vogliamo in realtà andare in controtendenza stabilendo un regolamento interno che preveda la consegna degli smartphone prima dell’inizio delle lezioni per essere poi restituiti alla fine. Adesso con l’indicazione del Ministro valuteremo il da farsi e se mantenere la linea del “cellulare zero”. Ovviamente noi non siamo contrari, lo dimostra il nostro progetto della didattica con l’utilizzo di tablet e lavagne interattive, però bisogna fare una riflessione sul fatto che gli studenti siano veramente consapevoli dell’utilizzo che fanno di questi apparecchi. I quali, spesso e volentieri, come abbiamo visto, non si limitano ad essere sfruttati per aspetti esclusivamente didattici ma che finiscono invece per collegarsi ai social network a scapito dell’apprendimento”.
Ma allora, lo scorso anno, le lezioni con i tablet come sono andate? “Bene - continua Lorenzoni - lo strumento è certamente utile per avvicinarsi alle nuove tecnologie ma consente di risparmiare anche sull’acquisto dei libri. Avevamo proposto delle restrizioni per quanto riguarda la navigazione ma alcuni genitori non sono stati d’accordo. Quest’anno proveremo a vedere se sarà possibile mettere dei filtri per impedire magari l’accesso sui social. D’altronde un tablet per le lezioni non deve avere nulla di diverso dal libro cartaceo. Che succede se dietro alle pagine uno studente gioca, ad esempio, con un mazzo di carte?”. Una volta, almeno, quando si veniva scoperti si consegnavano all’insegnante con la speranza di rivederli… Ma i social hanno rivoluzionato anche concetti e convinzioni che prima non venivano messi in discussione, in particolare dai genitori. Vedremo nei prossimi mesi quello che succederà, intanto buon anno scolastico a tutti!