L’apicoltura è in crisi, ma gli apicoltori italiani non si danno per vinti e si ingegnano alleandosi con la ricerca made in Italy: nasce così “NoMaDi-app”, progetto rivoluzionario che permette di monitorare a distanza alveari “nomadi” - pratica sempre più diffusa tra gli apicoltori, in cerca di fioriture - ma high tech, grazie ai dati inviati dalle api in tempo reale. Un progetto messo a punto dall’Università di Firenze da un’idea di Arpat e Unaapi (Unione Nazionale Apicoltori Italiani), che verrà illustrato alla “Settimana del Miele” di Montalcino, durante il convegno di sabato mattina al Teatro degli Astrusi.
Da tempo le api, “sentinelle ambientali” per eccellenza, non lanciano più segnali ma la certezza di una drammatica crisi ambientale, di cui il crollo della produzione 2017 di miele italiano (prodotto meno di 1/3 della media nazionale), tra clima impazzito, nuovi nemici, pesticidi e, soprattutto, flora in affanno, è solo una delle conseguenze.
Adesso, spiega a WineNews Chiara Grassi, curatrice del progetto per il Dispaa (Dipartimento di Scienze delle Produzione Agroalimentari e dell’Ambiente della Facoltà di Agraria), come delle vere “climatologhe”, le api “grazie ad alveari informatizzati per chi fa nomadismo, in grado di dare informazioni precise sulla loro produzione ed il loro stato di salute (dal peso delle arnie all’umidità, passando per la temperatura interna), aiuteranno gli apicoltori a capire, in tempo reale e a km di distanza, se e quali territori stanno fornendo nettare, quali sono le rese produttive, quando mettere o togliere i mielari, dove è necessario nutrire, dove possono esservi stati fenomeni di avvelenamento, con l’obbiettivo di creare un network di arnie capaci di migliorare la gestione spaziale, temporale ed economica anche di migliaia di famiglie di api, ma anche di monitorare il territorio dal punto di vista ambientale”.
Un nuovo progetto che, non a caso, arriva dalla Toscana, tra le Regioni più colpite dal crollo della produzione del miele italiano (con punte del -80% e raccolti azzerati in alcuni territori), in un’annata drammatica per gli apicoltori, costretti a tentativi estremi per salvare il salvabile, come nutrire artificialmente le api per tenerle in vita (con miele e sciroppo concentrato di acqua e zucchero, con aggiunta di sostanze proteiche derivanti da polline ed integratori), e ricorrere alla pratica del nomadismo degli alveari, in ricerca di zone e boschi che possano fornire nettare.
“Ogni aiuto, anche dalla tecnologia, è di fondamentale importanza - spiega sempre a Winenews Michele Valleri dell’associazione apistica Arpat - per avere dispositivi e mezzi per accorciare i tempi di lavoro ed intervento per ottimizzare la produzione ed avere anche pochi kg in più di miele a famiglia”.
Cos’è - NoMaDi-app (Nuove opportunità per monitoraggio a distanza nell’apicoltura produttiva) è un progetto pilota finanziato dalla Regione Toscana all’interno del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020. Al momento è in attesa di risorse per la fase realizzativa e la conseguente gestione degli alveari nelle aziende del territorio coinvolte.