“Wine Tree”, tra archeologia e paesaggio

Amelio da oltre 80 anni alleva coi testucchi le viti che prima erano di suo padreUn progetto culturale che lega archeologia, paesaggio e vino. Ma anche una scommessa che per essere vinta chiede l’aiuto di tutti. “Wine Tree”, è il nome dell’idea promossa dall’associazione Land.is, con base a Sant’Angelo in Colle e composta da personalità provenienti dal mondo universitario, appassionati di enologia, storia e ambiente. Il nome dell’iniziativa richiama l’obiettivo: salvaguardare l’albero su cui la vite si arrampicava per crescere. Parliamo del testucchio. Come spiegano dall’associazione “i filari di vite maritata al testucchio caratterizzavano le campagne della Toscana, del Lazio e dell’Umbria fino agli anni 50-60 del Novecento. Poi la moderna viticoltura ha cancellato questo paesaggio, modellando uno nuovo che ben conosciamo”. E che comunque ha il merito di aver reso la Toscana un paesaggio unico al mondo. “Infatti la nostra non è assolutamente una presa di posizione contro il sistema attuale - spiega il Presidente di Land.is, Mario Ferrero - che è lodevole e rispecchia le esigenze dei tempi. Noi vogliamo fare un’operazione di archeologia del paesaggio per non far scomparire definitivamente questa tipologia”. Si chiama, se vogliamo, salvaguardia della storia. E per fare ciò è stato utilizzato il metodo del crowdfunding, un mezzo ormai molto utilizzato in tutto il mondo per la raccolta fondi. Dopo uno studio quantificato con agronomi e viticoltori il costo dell’intero progetto è stato fissato a 16.000 euro che serviranno anche per la manutenzione della vigna per gli anni futuri.

“Abbiamo utilizzato - continua Ferrero - la piattaforma americana di Kickstarter che i progetti comunque li seleziona, il nostro è stato accettato anche per la sua originalità. I primi finanziamenti sono arrivati, non sarà facile ma ci proviamo”. C’è tempo fino al 31 ottobre per raggiungere l’obiettivo. Ma cosa c’entra Montalcino e il suo territorio con questo progetto? C’entra eccome visto che l’area individuata per costruire il vigneto “come quelli di una volta” è quella del Parco Archeologico della Pieve di San Pietro in Pava, tra Torrenieri e San Giovanni d’Asso. Un apporto fondamentale per la riuscita del piano sarà dato da un signore del posto, Amelio, che da più di 80 anni alleva coi testucchi le viti che prima erano del padre che a sua volta le aveva trovate nel podere acquistato alla fine dell’Ottocento. “Con l’aiuto di Amelio - continua Ferrero -  intendiamo ricostruire filologicamente il suo vigneto, coi testucchi, le viti e i filari. Luigi Anania, dell’azienda agricola La Torre e produttore di Brunello di Montalcino, metterà a disposizione le sue esperienze sul campo così come Gaetano Di Pasquale, dell’Università Federico II di Napoli, per quanto riguarda gli aspetti legati alla botanica. Perché in questa zona? Il motivo è che ci troviamo di fronte ad un’area archeologica di pregio ma forse ancora poco riconosciuta. E chissà se tra qualche anno, se tutto andrà come speriamo, non uscirà fuori pure qualche bottiglia! L’Università di Pisa sta studiando la determinazione genetica dei vigneti”. Presto, probabilmente i primi giorni di ottobre, “Wine Tree” sarà presentatato pubblicamente a Montalcino. Per chi volesse sostenere l’idea o avere ulteriori informazioni questo è il link.

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