L’astronauta Samantha Cristoforetti, l’astrofisica Sandra Savaglio, la campionessa olimpica Josefa Idem. E poi la stilista Carla Fendi, l’ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini e, recentemente, la giovane attivista Chaimaa Fatihi. Sono alcune delle donne che nel corso del tempo hanno ricevuto il premio Casato Prime Donne, riconoscimento creato da Donatella Cinelli Colombini nel 1999 che, ogni anno, premia una figura femminile che si sia distinta per coraggio ed eticità di comportamenti e abbia valorizzato la presenza femminile nella società e nel lavoro.
Dopo aver coperto temi come il contrasto al terrorismo di matrice religiosa, l’accoglienza dei profughi, i cervelli in fuga che decidono di tornare e la violenza sulle donne, quest’edizione si è rivolta all’ambiente e al contributo della ricerca scientifica nel trovare una soluzione a un problema globale come l’inquinamento. Ecco spiegato il premio alla microbiologa Federica Bertocchini, la scopritrice del bruco mangia plastica.
La premiazione si svolgerà domenica 17 settembre al Teatro degli Astrusi di Montalcino (ore 10.30) e coinvolgerà anche i giornalisti Pietro di Lazzaro (Premio “Io e Montalcino” per il servizio dedicato al 50° anniversario del Consorzio del Brunello), Stefano Pancera (Premio Consorzio del Brunello per il servizio intitolato “Il futuro del vino italiano nelle mani dei giovani” trasmesso da Mattino 5 di Canale 5) e Vannina Patanè (Premio “Montalcino: la sua storia, la sua arte e il suo vino” per l’articolo intitolato “Montalcino acqua e vino” pubblicato in “In Viaggio”). Nel corso della mattina verrà scelto anche il vincitore del concorso fotografico dal tema “Genti e terre dei vini Brunello e Orcia”. I finalisti (Andrea Rontini, Johanna Ekmark, Alberto Ragnoli e Guido Cozzi) sono stati sottoposti al voto di una giuria virtuale attraverso l’uso di un’area riservata nel web.
“Il premio del Consorzio del Brunello sarà consegnato direttamente dal presidente Patrizio Cencioni, gli altri dalle giurate - spiega alla Montalcinonews Donatella Cinelli Colombini - l’ultima sarà Federica Bertocchini, che studia cellule embrionali dei vertebrati. La sua scoperta è stata quasi casuale”. Nel 2012, pulendo un alveare a Santander, dove vive attualmente, Bertocchini si imbatte nel bruco della cera (Galleria mellonella) e si accorge che rompe il legame chimico del polietilene. In altre parole, mangia la plastica. Insieme ai colleghi dell’università di Cambrige, Paolo Bombelli e Christopher Howe, effettua un esperimento. Risultato: il polietilene in effetti si riduce, ma non è un fattore meccanico della digestione del bruco, bensì un principio attivo, un enzima o un batterio della pancia del bruco. “Il proseguo della ricerca sarà nell’individuare quel batterio o enzima, per utilizzarlo nella distruzione della plastica - aggiunge Cinelli Colombini - un agente che si trova nel bruco ed è molto più forte di quello che hanno scoperto ad Osaka. La scoperta ha un valore enorme perché potrebbe risolvere uno dei problemi più gravi, l’inquinamento mondiale. Pare che queste micro-particelle di plastica vengano ingurgitate dai pesci e poi finiscono nel corpo umano. Per non parlare dell’acqua minerale che beviamo. Non si sa se producono forme di tumore, è un problema serio. Lei e i suoi due colleghi l’hanno pubblicato su “Current Biology”, però non sono arrivati a un brevetto dell’agente degradante. Qualche altro laboratorio può andare avanti (per esempio una multinazionale che si occupa di riduzione dei rifiuti), non è detto che sia lei a trasformare questa scoperta in ricchezza. È stata ingenua, ma è tipico degli studiosi pensare al bene comune e non al business”.
Come ogni anno, un artista è stato chiamato ad arricchire il museo itinerante tra i vigneti e la cantina del Casato Prime Donne. Quest’anno, il compito è stato assegnato alla pittrice Alessia Bernardeschi, che ha realizzato un’opera in acciaio dal titolo “Donna che guarda”, nome quanto mai appropriato per la prima cantina italiana con un organico tutto femminile. Si tratta di una cornice che si compone e si scompone giocando con chi vuol farsi un selfie davanti alle vigne di Brunello. Un rapporto attivo con il pubblico che diventa quindi coautore dell’opera e una nobilitazione, in forma artistica, degli scatti fotografici che vanno più di moda. La “Donna che guarda” accompagna la dedica di Federica Bertocchini all’universo femminile: “Queste parole sono dedicate a ogni singola donna che abita il nostro pianeta, e alla Toscana, questa terra di un valore inestimabile che ha deciso di celebrarle. Le donne sono un compendio di passione per quello che danno e di forza in tutto quello che fanno. Ciò che una donna può raggiungere lo vediamo intorno a noi, in ogni settore della nostra società. Del loro valore e di ciò che apportano al nostro mondo, non possiamo e non vogliamo fare a meno, sarebbe una perdita irreversibile per l’umanità”.