Servono 450 anni per degradare una bottiglia di plastica, mentre il bruco della cera (Galleria mellonella) rompe le molecole di polietilene in poche ore. Una scoperta sensazionale e di fondamentale importanza, quella di Federica Bertocchini, biologa molecolare di Piombino che da vent’anni studia e fa ricerca in giro per il mondo. Da New York a Londa, fino a Santander, dove è avvenuto l’incontro inaspettato. Oggi la troviamo a Montalcino, al Teatro degli Astrusi, per ricevere il Premio Casato Prime Donne, riconoscimento creato da Donatella Cinelli Colombini nel 1999 che, ogni anno, premia una figura femminile che si sia distinta per coraggio ed eticità di comportamenti e abbia valorizzato la presenza femminile nella società e nel lavoro. Un appuntamento che “segna il passo e scandisce i tempi di Montalcino”, per usare le parole del sindaco Silvio Franceschelli, intervenuto all’inizio della premiazione per i saluti dall’amministrazione comunale. “È un evento - ha proseguito il primo cittadino - che dà lustro alla nostra città e ad un Comune nuovo che si è ampliato, l’unico della Provincia di Siena ad aver fatto questo percorso. Noi non ci accontentiamo, andiamo avanti per cercare un successo come lo è questo Premio. Il Teatro è piccolo ma non sempre riusciamo a riempirlo. Oggi lo è ed il merito va tutto alla Famiglia Colombini. Ringrazio Donatella e Donna Francesca (Colombini Cinelli, ndr) che è stata la mamma per noi montalcinesi”.
Prima dell’inizio arriva anche il saluto della “Signora del Brunello”, Francesca Colombini Cinelli, che si è detta onorata “della vostra presenza, benvenuti a questa nuova edizione che si è svolta in varie parti di Montalcino e che adesso trova sede in un pezzo storico della città, un teatro piccolo ma elegante e grazioso”.
L’apertura della cerimonia non poteva che spettare a Donatella Cinelli Colombini, che ha raccolto il testimone della madre e ha rinnovato il Premio, con una formula tutta al femminile. “Grazie al Comune, ai Quartieri, alle giurate, e a voi per essere qui” - ha esordito la proprietaria di Casato Prime Donne e Fattoria del Colle - il nostro lavoro e il vostro sostegno hanno qualificato e dato importanza ad una iniziativa che ha due scopi: valorizzare un universo femminile in cambiamento e valorizzare il territorio di Montalcino. Grazie a Alessia Bernardeschi (realizzatrice dell’opera che accompagna il Premio, ndr) e al mio staff, i contadini dell’era digitale che sanno fare davvero di tutto. Grazie ai vincitori, che spero portino questa giornata e il nostro territorio per sempre nel loro cuore. Un grazie in particolare va a Federica Bertocchini. Siamo una delle capitali dell’apicoltura, in tanti qui hanno degli alveari ma nessuno di loro si è accorto che raccogliendo i bruchi, questi mangiavano la plastica. Lei invece sì e ha dato una prospettiva di salvezza per l’umanità. Lancio infine un appello in favore della Val d’Orcia, che è patrimonio Unesco dal 2004. Ma è un patrimonio di tutti, dell’umanità, ognuno quindi deve prodigarsi per difenderlo”.
Il primo a salire sul palco è stato Pietro di Lazzaro, per il Premio “Io e Montalcino”, vinto grazie al servizio del Tg3 dedicato al 50° anniversario del Consorzio del Brunello e per la passione con cui segue un territorio che gli ha fatto conoscere sua moglie Barbara. “Questa città ha tradizione e storia - ha commentato di Lazzaro - è chiaro che si può fare di più per promuovere e comunicare Montalcino aldilà del Brunello e del vino. Vi auguro un percorso felice che, nel mio piccolo, cercherò di seguire. Questo premio è uno stimolo per continuare il mio lavoro. Il cronista deve raccontare quello che ha di fronte”.
Stefano Pancera, giornalista Mediaset, ha ricevuto invece il riconoscimento del Consorzio del Brunello, da parte del presidente Patrizio Cencioni, per il servizio televisivo intitolato “Il futuro del vino italiano nelle mani dei giovani” trasmesso da Mattino 5 di Canale 5. Un premio alla Rai, dunque, e uno a Mediaset. Un fatto che non è passato inosservato a Rosy Bindi, membro della giuria composta anche da Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri, Daniela Viglione e presieduta da Donatella Cinelli Colombini. “Si apprezzerà il pluralismo televisivo con quale si sono assegnati i premi”, ha scherzato la parlamentare e presidente della Commissione Antimafia.
La terza premiata è Vannina Patanè, giornalista freelance e collaboratrice della rivista In Viaggio, dove lo scorso aprile ha scritto un articolo che le è valso il Premio “Montalcino: la sua storia, la sua arte e il suo vino”. Patanè è nata a Bergamo, vive a Milano ed è “mezza siciliana, quindi diciamo che rappresento tutta l’Italia - ha scherzato durante la premiazione - il mio primo impatto con la Toscana è stato durante una gita scolastica, alle medie. Ero già appassionata di Storia dell’Arte e rimasi profondamente colpita”.
Non solo filmati e articoli, a venire premiate anche le immagini col concorso “Genti e terre dei vini Brunello e Orcia”. Delle cinque foto in lizza, l’ha spuntata quella di Andrea Rontini, dal titolo “Val d’Orcia”, scattata nel dicembre 2016. “Ma il merito è soprattutto di mia moglie - ha confessato Rontini - è stata lei a sceglierla. Mi ispiro ai nostri pittori, ai macchiaioli. La terra comunque è universale, appartiene al mondo. Se ho trovato un posto simile? La Lucania. Per certi versi ci sono delle similitudini”.
È arrivato poi il momento più atteso. Donatella Cinelli Colombini si è alzata in piedi per consegnare il Premio Prima Donna a Federica Bertocchini, la scopritrice del bruco mangiaplastica. Applausi, flash, ringraziamenti e poi una domanda di Rosy Bindi. “Premesso che la ricerca è sotto-finanziata rispetto alla media, una scoperta del genere non dovrebbe interessare imprenditori, industriali? Avete trovato interesse o chiusura?”. “Stiamo dialogando, diverse industrie hanno manifestato il loro interesse - ha risposto la biologa toscana - ma loro sono enti a scopo profit e vorrebbero commercializzazione a 12-18 mesi. Qui ci vuole più tempo, tra i due e i quattro anni. Non ci sono porte sbarrate ma non è così facile perché non sai quantificare il tempo della ricerca. E poi la plastica ci invade, ma non c’è ancora correlazione con infermità o altri problemi per gli esseri umani. Manca un collegamento diretto. Magari muoiono pesci e tartarughe però finché non tocca direttamente noi… Questa è l’idea che mi sono fatta, del perché non arrivano soldi a palate”.
Nel finale sono saliti sul palco Alessia Bernardeschi e Simone Nannipieri, autori dell’opera che accompagna il Premio Casato Prime Donne, una cornice dal titolo “Donna che guarda” collocata nella vigna dell’azienda di Montalcino, accanto ad una dedica di Federica Bertocchini. “Avevo già deciso di fare una cornice ma volevo che fosse anche un’opera dinamica, che interagisse con lo spettatore e il territorio - ha spiegato Bernardeschi - girandoci intorno si scompone e si trasforma in maniera dinamica. Ho scelto poi due colori che cambiano a seconda del sole e delle stagioni. Così l’opera non è mai la stessa”.
A chiudere la cerimonia Francesca Colombini Cinelli, semplice, schietta e genuina come sempre. “Siamo arrivati alla conclusione di questo felice e riuscito Premio. Adesso è il momento di recarsi alle mense, perché anche mangiare e bere sono cose importanti. Se il mondo cambia e si trasforma, è anche vero che a pranzo ci si va tutti!”.
Dopo le foto di rito, la festa si è quindi spostata alla Fattoria del Colle, a Trequanda, per il pranzo dedicato al tema “Valdorcia in tavola tra ricchezza e povertà. La civiltà di un territorio nella sua cucina”. E così, un’altra edizione del Premio Prime Donne se ne è andata. Ma il pensiero va già all’anno prossimo, quando ricadrà il ventesimo anniversario. Un’occasione speciale per promuovere un’altra donna e per valorizzare la bellezza naturale che culla Montalcino.
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