Si dice che uno dei motti di cui va fiera Cork, la seconda città dell’Irlanda dopo Dublino, sia essere “un porto sicuro per le navi”. E chissà che questo posto non lo sia anche per il futuro di una ragazza di Montalcino che da ormai più di un mese vive nella terra irlandese eletta a Capitale Europea della Cultura nel 2005. Lei è Sara Bovini, ha 26 anni, e da qualche anno ha deciso di diventare una cittadina del mondo. Un altro esempio della “new generation” che cerca di coltivare i propri sogni lontano da casa, un po’ per scelta e un po’ per opportunità. Quelle che dalle nostre parti non è facile, per vari motivi, trovare. Cosa ci fa allora Sara a Cork? “Sto facendo un Graduate Program come insides sales per il mercato italiano alla VMware - ci racconta Sara al telefono durante la pausa pranzo - azienda leader per quanto riguarda la virtualizzazione e che conta circa 20.000 impiegati”. Dalla patria del vino, Bovini si è trovata a fare una nuova esperienza in un’impresa importante legata al mondo IT. Dopo i primi mesi di formazione la giovane di Montalcino si occuperà del settore vendite nel mercato italiano, relazionandosi con i clienti del Belpaese.
Un’occupazione non “mordi e fuggi” ma che pone delle garanzie per il futuro. Sara è soddisfatta, e, comunque vada, non si preoccupa, è abituata alle sfide e la lontananza da casa ormai non è più un problema. Ammesso che lo sia mai stato, considerata la sua facilità a spostarsi da una nazione all’altra per motivi di studio o lavorativi. “Mi sono laureata alla triennale di Mediazione Linguistica e Culturale all’Università per Stranieri di Siena - continua Bovini - svolgendo l’Erasmus in Germania e successivamente l’Erasmus Placement in Spagna. In Danimarca ho invece fatto il master in Global Business Marketing. C’era un bando per questo lavoro in Irlanda e ho deciso di provarci. E’ andata bene, sono qui dal 15 luglio e ho iniziato il 17, due giorni dopo. Se ho intenzione di tornare a Montalcino? Ci sono nata e cresciuta, ci sto bene. Però per chi già da anni ha avviato un percorso di internazionalizzazione come il mio è una realtà che non può offrirmi molto. Qua tutti i giorni succede una cosa nuova e diversa e non so fra qualche anno dove sarò. Ci sarebbe una possibilità anche per l’Italia, se tutto va bene, diciamo che lascio ogni porta aperta. A Cork mi sto ambientando bene, con i suoi 125.000 abitanti non è una città immensa ma ha tutto quello che mi serve, è un posto vivo. L’azienda mi ha aiutato nell’inserimento iniziale, come ad esempio per la casa. Poi, certamente, qua il sole non c’è, viviamo con 15 gradi di media e una pioggerellina perenne. Mi manca ma va bene così!”.