Caldo e mancanza d’acqua portano alla la maturazione delle uve che, pur rischiando di perdere aromi, sono ad oggi qualitativamente ottime. Ma la siccità crea conseguenze indirette come quella di rendere più “intrepidi” caprioli e cinghiali che aumentano di numero nelle campagne toscane e che, assetati, già da settimane attaccano i grappoli ancora non maturi. Secondo una stima di Confagricoltura Toscana il danno per la produzione di vino in Toscana si aggirerà intorno ai 20 milioni di euro.
“La situazione è disastrosa perché anche i sistemi di recinzione che gli agricoltori hanno predisposto intorno alle vigne, oltre ad avere un impatto notevole sul paesaggio, funzionano in maniera molto marginale - spiega Francesco Colpizzi, presidente della Federazione Vitivinicola di Confagricoltura Toscana - Il numero degli ungulati cresce in modo esponenziale e in mancanza d’acqua affrontano anche le barriere che dovrebbero tenerli lontani per andare a prendere i frutti. Anche l’impiego di repellenti, in queste condizioni, rappresentano una forma di prevenzione dissuasiva con modesti risultati”. In attesa di provvedimenti per riportare la popolazione degli ungulati entro i limiti di densità sostenibili, nelle campagne gli agricoltori stanno mettendo in atto quelle lavorazioni del terreno per limitare i danni dati dalla siccità: “Bisogna sperare che dopo questa ondata di caldo le piante possano avere un po’ di ristoro. In alcune zone il processo di maturazione è in anticipo di almeno 20 giorni, ma l’arrivo della pioggia sarebbe essenziale per conseguire una maturazione equilibrata”, conclude Colpizzi.
Il problema degli animali che cercano acqua nei vigneti era già stato sollevato, qualche settimana fa, da Andrea Machetti, amministratore delegato di Mastrojanni (gruppo Illy). “La selvaggina è un altro grosso problema - spiegò Machetti alla Montalcinonews - In questo momento gli animali hanno sete e si buttano nei vigneti. Non c’è acqua e anche se l’uva è acerba, dà sollievo”.