Gli incendi che hanno distrutto più di 85.000 ettari di territorio, uniti alla siccità che ha investito la nostra penisola, stanno creando enormi danni all’economia nazionale, all’ambiente e, a ricaduta, sulla vita degli animali selvatici. Per questo motivo Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali), Italia Nostra, Lac (Lega Abolizione Caccia), Lav (Lega Anti Vivisezione), Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) e Mountain Wilderness hanno chiesto al Presidente del Consiglio e ai ministri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e dell’Interno, l’annullazione della stagione venatoria 2017/2018. “Un territorio così devastato - spiegano le sei associazioni - non è in grado di dare il necessario sostentamento agli animali selvatici che sono riusciti a sopravvivere alle fiamme e alla scarsità d’acqua, causando quindi un vero e proprio sterminio. L’apertura della stagione di caccia, approfittando delle preaperture, comincerà il prossimo 1 settembre. Da quel giorno gli animali selvatici sopravvissuti alle calamità naturali della siccità e criminali degli incendi, subiranno tutta la pressione venatoria dei cacciatori che si concentrerà nelle zone che possono garantire ancora il sostentamento necessario agli animali per sopravvivere”. “È intollerabile - si legge nella nota inviata al Governo - che in un contesto nazionale di tale drammaticità, nel quale diverse Regioni hanno richiesto o si accingono a richiedere lo stato di calamità naturale, nessuna istituzione abbia messo in dubbio l’apertura della caccia; e come se non bastasse le Regioni aggiungono danno al danno concedendo tre settimane in più di caccia grazie alle preaperture. Considerato il perdurante sbilanciamento delle Regioni a favore della lobby venatoria, abbiamo quindi deciso di rivolgerci al Governo nazionale - concludono le associazioni - perchè ha piena competenza amministrativa per poter intervenire allo scopo di tutelare gli animali selvatici, gli habitat e l’ambiente in generale così come disposto dalla nostra Carta Costituzionale”.
Un appello rivolto alle Regioni è stato lanciato anche dal WWF, che ha chiesto l’esclusione di qualsiasi ipotesi di apertura anticipata della caccia a qualsiasi specie, il divieto di attività venatoria per tutto il mese di settembre per consentire agli habitat e alla fauna di recuperare condizioni fisiologiche soddisfacenti, una verifica dopo il mese di settembre per valutare la situazione e un’azione capillare di contrasto al bracconaggio.
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