Diadori, il preside che unì Siena e Montalcino

Narciso Diadori, il preside che unì Siena e MontalcinoIl 24 giugno, per il ventesimo anniversario della scomparsa di Narciso Diadori, fondatore dell’Istituto Tecnico Agrario Statale “Bettino Ricasoli” di Siena (oggi Istituto d’Istruzione Superiore) e primo preside nel periodo 1976/90, la scuola e la famiglia Diadori hanno ricordato l’illustre figura con una messa officiata da Don Flavio Frignani, ex allievo dell’Istituto Ricasoli.

Narciso Diadori è stato un personaggio storico per il territorio senese, ma anche per Montalcino. Il suo legame con la città del Brunello affonda le radici nel 1952, quando fonda a Siena l‘Istituto Professionale dell’Agricoltura con l’obiettivo di formare esperti cantinieri, potatori, conduttori di macchine agricole e meccanici agricoli. L’Istituto, a cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60, viene frequentato da tantissimi studenti provenienti da Montalcino, come Enzo Tiezzi, ex presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, o Gilberto Cosci di CastelGiocondo. Nel 1963, sempre a Siena, il Ministero della Pubblica Istruzione istituisce un Istituto Tecnico Agrario che avrà pochissima vita e durerà solo tre anni. Nel 1973 la necessità di riempire questo vuoto viene risolta sempre da Diadori, con un istituto privato per formare periti agrari. Nel 1976 Diadori, allora preside dell’Istituto Professionale di Firenze, viene chiamato come curatore fallimentare dell’Istituto da lui stesso creato nel 1952 e lo trasforma in Istituto Tecnico Agrario (l’attuale Ricasoli), che nel 1979 ottiene il riconoscimento della “Specializzazione in Viticoltura ed Enologia”, unica in Toscana ed ancora oggi fiore all’occhiello della scuola.

Ma il contributo offerto da Diadori a Montalcino non si esaurisce con l’educazione, la preparazione e la formazione di tanti ragazzi che hanno rappresentato e rappresentano tutt’oggi l’ossatura portante della classe dirigente nel mondo del lavoro vitivinicolo e agrario. Diadori, infatti, “fu il consulente dei due sindaci più lungimiranti di Montalcino, Mario Bindi e Ilio Raffaelli - afferma Andrea Mazzoni, professore di tecniche enologiche del Ricasoli dal 1977 al 1994 - i quali delinearono l’attuale sviluppo socio-economico della città”. In quegli anni si pose il problema se Montalcino dovesse divenire centro industriale su imitazione di Poggibonsi, Colle Val d’Elsa o Prato o se, come sostenne anche Diadori, dovesse seguire un indirizzo agrario, turistico e ambientale. Fu scelta la seconda strada, e il risultato è ben visibile oggi.

La devozione di Narciso Diadori per Montalcino continuò anche nei suoi ultimi anni di vita. “Quando era in pensione - rivela Mazzoni - mi spinse a fare un ulteriore passo avanti, che realizzai col defunto sindaco Ferretti. Parlo del Master in Enologia, che lui purtroppo non vide realizzato. Facemmo venire a Montalcino i luminari di tutto il mondo, da Montpellier a Bordeaux fino a Davis in California. Arrivò il Gotha della viticoltura e dell’enologia, anche se fu un po’ snobbato dalla popolazione locale”.

Narciso Diadori, quindi, è stato fondatore dell’Agrario e poi trait d’union fra l’Istituto stesso e Montalcino. Un collegamento che dal prossimo anno scolastico si materializzerà con il nuovo Istituto Professionale Agrario, sezione distaccata del Ricasoli, che al momento conta già 25 iscritti. Una grande opportunità per il territorio, a prima vista, anche se non è dello stesso avviso Mazzoni. “Se il Professionale fosse di 2 o 3 anni - spiega - sarebbe un’idea splendida e vincente. Ma essendo di 5 anni creerà solo caos e competizione. Sarà una brutta copia dell’Istituto Agrario”. “Non ho nulla contro i Professionali - chiarisce Mazzoni - perché le aziende necessitano anche di questo e perché garantiscono flessibilità. Se un ragazzo percorre un indirizzo agrario e si accorge di non essere adatto, può passare al Professionale o viceversa. Ma questo ragionamento ha senso finchè il professionale non supera i tre anni. Le attività manuali, come la potatura, l’innesto, il riconoscimento delle malattie, si imparano a 14 anni. Creare un Istituto di cinque anni è un’aberrazione mentale. Lo può scrivere, tanto l’ho già detto al Ministero”.

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