Marco Keller, dopo la vendita nuova sfida a Montalcino

Marco Keller Marco Keller, dopo aver venduto (si dice per una cifra oltre gli 11,5 milioni di euro) la sua cantina Logonovo ai Marchesi Frescobaldi, non dice addio a Montalcino. L’imprenditore che si divide tra Milano e Zurigo e che nel 2003 ha iniziato la sua avventura nel mondo del vino a Montalcino facendo una scelta a dir poco originale, quella di non produrre il famoso e apprezzato Brunello, prende un’altra decisione controcorrente e si concentra su un piccolo vigneto di Malbec con marze dell’Argentina e con sistema di allevamento ad alberello che lui stesso definisce “assurdo” per la difficoltà di lavorazione ed i relativi costi. Il Malbec è una varietà francese una volta molto diffusa nel Bordolese, mentre oggi la sua coltivazione si è trasferita nel Cahors, comune francese nella regione del Midi-Pirenei, dove è il vitigno rosso più piantato e produce vini interessanti e intensi. Trova popolarità anche nella Loira, con buone estensioni vitate. Molti viticoltori bordolesi hanno rinunciato a questo vitigno a favore del nobile Merlot anche in considerazione dei problemi che esso comporta in confronto all’aristocratica uva diffusa in tutto il mondo. Ha problemi di colatura, marciume e peronospora, oltre a non avere nessuna resistenza alle gelate. Per questo viene coltivata maggiormente nei climi caldi, dove questi problemi si presentano con minore frequenza. Inoltre ha aromi meno intensi rispetto al Merlot. Un vitigno che esprime al meglio il suo potenziale in territori calcarei e rocciosi, su terreni poco fertili e di alta quota, dando vita a vini densi e di colorazioni molto scure, tanto da essere stato soprannominato il vino nero, con buoni aromi fruttati e strutture tanniche abbastanza spiccate.
Una nuova sfida per Keller arrivato nel 2003 a Montalcino con in mente il progetto di un’azienda che sfruttasse un terroir ineguagliabile e incontaminato per realizzare “il vino che non c’era”. Contro ogni logica di territorio piantò Sangiovese, Petit Verdot, Syrah, Merlot, Sagrantino e per ultimo, 9.000 metri di Malbec con marze provenienti da piante secolari argentine ancora su piede franco. Un piccolo vigneto con densità di impianto di 1 m x 1 m e con sistema di allevamento ad alberello che lui stesso definisce “assurdo” per la difficoltà di lavorazione ed i relativi costi. Si trova proprio davanti alla sua splendida casa (che resta di sua proprietà perché a Montalcino è facile arrivare se si è appassionati di vino, ma è difficile distaccarsene) e, forse proprio perché è il più difficile tra i suoi progetti, è una specie di figlio più amato degli altri.
Nel frattempo costruisce una bella e funzionale cantina che diventa il suo centro operativo. Due i vini prodotti negli 11 ettari di vigneto di proprietà: “Cinqueperlogonovo” prodotto tutti gli anni, come dice il nome stesso, dal blend dei 5 vitigni principali in percentuali diverse a seconda dell’andamento della vendemmia, e il “centopercento” frutto di un solo vitigno, il migliore prodotto ogni anno.
Con la vendemmia 2014 esce per la prima volta il frutto del vigneto di Malbec (piantato nel 2010) che viene chiamato “Vergena” dal nome del podere dove si trovano casa e vigneto. Si tratta di un blend con Merlot e Petit Verdot perché il vigneto è al primo anno di produzione e sembrava necessitare di “aiuto”. Stessa scelta per il 2015, ma i risultati delle due vendemmie sono così affascinanti che promettono benissimo anche dalla vendemmia 2016 a partire dalla quale il vino diventa un 100% Malbec. E’ il segno inequivocabile che la scelta di Marco Keller è giusta: quello di Montalcino è un terroir così formidabile che qualsiasi vitigno acquisisce un carattere unico.
Nel 2016 arriva la proposta dei Marchesi Frescobaldi di acquistare l’azienda. Marco Keller ci pensa a lungo, è un progetto cui è molto attaccato, forse quello cui si è più attaccato tra i tanti sviluppati in una vita costellata da successi. Ma quando si ama qualcosa si è capaci anche di lasciarla perché segua un destino ancora più felice dell’attuale. Il pregio della vendita a Frescobaldi è, infatti, anche quello di riunire, sotto il tetto di Castelgiocondo, tutto il lascito Angelini alle Pie Disposizioni di Siena che l’hanno custodito per
mezzo secolo evitando la cementificazione di una nuova cantina che era già stata deliberata.
Così decide di rispettare l’obiettivo che Marco Keller si era dato fin dall’inizio cioè di fare almeno 10 vendemmie e infatti Logonovo è nato 13 anni fa. Due soli crucci: non essere riuscito ad inaugurare la cantina in maniera adeguata e non aver piantato una piccola vigna con il Grenache. Ora i vini prodotti a Logonovo sono destinati a diventare bottiglie per appassionati che non rinunciano ad avere in cantina il frutto di un’esperienza di successo. Da ora in poi … fortunato chi potrà dire di averle assaggiate.
Adesso il progetto cambia e si sposta tutto sul Malbec e su Vergena.

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