Epi: Jacopo Biondi Santi presidente della holding

Jacopo Biondi Santi La maggioranza della Tenuta Greppo (25 ettari vitati a Brunello di Montalcino, e altri 40 di terreno) della famiglia Biondi Santi, dove nell’Ottocento è stato inventato il Brunello, è ufficialmente sotto l’egida del Gruppo Epi della famiglia francese Descours, tra le più ricche di Francia (con un patrimonio stimato di oltre 1,1 miliardi di euro). Il closing dell’operazione è stato siglato, e, confermano dal gruppo francese a WineNews, come già annunciato ufficialmente in dicembre (https://goo.gl/0q0XI4), Jacopo Biondi Santi rimane presidente anche nel nuovo asset societario: ovvero sarà il chairman of the board of director (ovvero presidente del Cda) della Tenuta Biondi Santi spa, la nuova holding che raccoglie le partecipazioni di Epi e di Jacopo Biondi Santi.
Nel contempo, spiega il gruppo Epi a WineNews, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, sono state create altre due compagnie: la Greppo srl, dedicata alla viticoltura, e la Bs International srl, che controlla la distribuzione. Olivier Adnot, nel gruppo Epi dal 2016 e già alla guida di Chateau La Verreire, uno dei grandi brand vinicoli di Epi (che possiede anche gli Champagne Piper-Heidsieck e Charles Heidsieck), nella Valle del Rodano, sarà il general manager di tutte e tre le nuove entità, di cui fanno parte anche lo stesso Jacopo Biondi Santi, che continuerà a seguire anche la parte enologica della Tenuta Greppo, e il figlio Tancredi Biondi Santi, rimarcando la volontà della nuova proprietà transalpina di mantenere saldo il legame tra la famiglia Biondi Santi e la Tenuta Greppo, realtà che ha fatto la storia del vino italiano nel mondo, e che ora guarda al futuro con una grande operazione di rilancio, come già spiegato dallo stesso Jacopo (https://goo.gl/FALxD6). Così, per la Tenuta Greppo (www.biondisanti.com) inizia una fase nuova della storia tracciata dalla famiglia Biondi-Santi, che ha iniziato il suo percorso vinicolo già con Clemente Santi, che sperimentando nuove tecniche enologiche, otteneva riconoscimenti per il suo “vino rosso scelto (Brunello) del 1865” (il suo Moscadello fu premiato, riconoscimento straordinario all’epoca, all’Esposizione Universale di Parigi del 1867), proseguita con il nipote di Clemente, Ferruccio Biondi Santi, che ha inventato il Brunello, dopo aver selezionato un particolare Sangiovese e averlo vinificato in purezza.La famiglia Biondi Santi Poi toccò al figlio di Ferruccio, Tancredi, sistematizzare il protocollo di produzione, imprimendo nuovo slancio alla produzione di Brunello, e diventando, di fatto, l’ambasciatore di Montalcino e dei suoi vini, l’uomo che introdusse la pratica della “ricolmatura” delle vecchie Riserve (storica quella realizzata con Mario Soldati e Luigi Veronelli), con vino della stessa annata (la prima volta nel 1927 per le Riserve 1888 e 1891) e artefice del Brunello di Montalcino Riserva 1955, l’unico italiano inserito dalla rivista Usa “Wine Spectator” tra i 12 migliori vini del Novecento. Dopo quella di Tancredi Biondi Santi, è stata l’era di Franco Biondi Santi, che ha rivestito il prezioso ruolo di “guardiano” intransigente della tradizione, ereditato dal figlio Jacopo Biondi Santi, che rimane guida dell’azienda.
Una realtà fondamentale per la storia del vino italiano ed importante anche dal punto di vista economico, e che continua a registrare, con le sue bottiglie, risultati di grandi prestigio a livello di quotazioni nelle aste e di critica internazionale. Come dimostrano, tra le altre, la bottiglia di Brunello di Montalcino Biondi Santi Tenuta Greppo Riserva del 1955 battuta per 2.700 euro, quotazione decisamente insolita per una singola bottiglia di vino italiano, nell’ultima asta di Pandolfini a Firenze, o l’inserimento al vertice (insieme allo Champagne Brut 2012 di Krug) del suo Brunello di Montalcino Riserva 2010, con 100/100, della “Top 100 Cellar Selection” 2016, la classifica della rivista americana “Wine Enthusiast” che ogni anno seleziona i 100 vini, tra gli oltre 20.000 recensiti da tutto il mondo, da tenere ancora in cantina per poterli degustare nel loro momento migliore, vista la loro grande longevità.

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