Oltre il 20% della produzione andata distrutta per un valore di circa 80 milioni di euro. È la stima di Confagricoltura Toscana, riportata da intoscana.it, che fa il bilancio dei danni nei vitigni dopo l’improvvisa ondata di gelo che ha colpito buona parte della Toscana mettendo in ginocchio numerose aziende alle prese con temperature scese anche sotto lo zero.
Danni abbastanza contenuti si sono registrati sulle aree litoranee, come a Bolgheri ed in Val di Cornia, e della Toscana meridionale, dove sulle colline di Scansano, di Capalbio ed in quasi tutta la Maremma le temperature solo raramente sono scese oltre i livelli critici. Danni maggiori, sebbene riguardanti solo le porzioni inferiori dei versanti, a Montalcino, mentre nelle zone di produzione del Chianti, del Chianti Classico e di Rufina, si registra una rilevante intensità di danno, mediamente superiore al 20% con alcune aziende che hanno perso fino al 90% della produzione.
“Non è ancora finita - spiega Francesco Colpizzi, presidente della Federazione Vitivinicola di Confagricoltura Toscana - siamo in apprensione per i prossimi giorni. Le stime fatte non sono ancora definitive e, se per un verso le viti possono ancora reagire – benché in piccola parte - germogliando dai complessi gemmari secondari, per l’altro, purtroppo, in base alle previsioni meteo dei prossimi giorni i danni sarebbero destinati ad aumentare. La fotografia dei nostri vigneti ad oggi è desolante. Inoltre solo una minima parte dei danni sofferti potrà essere oggetto di risarcimento alle aziende visto che, in base alle norme comunitarie che riconoscono lo stato di calamità soltanto al superamento del 30% di danni, le assicurazioni per avversità atmosferiche previste dalle politiche comunitarie interverranno ad indennizzare le aziende solo oltre tale soglia”.
L’improvviso abbassamento delle temperature, crollate in alcune aree anche sotto lo zero, ha provocato gelate estese nei campi coltivati con pesanti danni anche a frutteti e ortaggi. Coldiretti Toscana ha evidenziato una situazione di difficoltà a macchia di leopardo lungo la regione. Dalla valdichiana aretina, dove la preoccupazione è soprattutto per le piante da frutto in piena fioritura, alle zone del chianti fiorentino e senese.
A marzo la temperatura è stata di ben 2,5 gradi superiore alla media del periodo di riferimento mentre le precipitazioni sono praticamente dimezzate (-54%) ma la pioggia, che è importante per dissetare i campi resi aridi dalla siccità, per essere utile deve cadere in modo costante e leggero mentre i forti temporali, soprattutto se accompagnati da grandine, aggravano i danni.
Foto: Gianluca Morino