Il 22 Aprile torna, per l’edizione n. 5, la Tuscany Crossing, l’Ultratrail della Val d’Orcia, nel paradiso della Toscana, Parco Patrimonio dell’Unesco.
La gara si sviluppa lungo un percorso di 100 km, nel quale oltre alla competizione top si svolgono anche gare di 50 km, 32 km e una staffetta, nella quale il percorso viene coperto da 4 persone. Nata con il circuito internazionale “Lost Words Trail Series 100km”, che propone gare di 100 km in alcuni siti mondiali Patrimonio dell’Unesco, anche la Val d’Orcia ha da 3 anni la sua Ultra Maratona. Vengono attraversati ben 4 dei 5 comuni che la compongono e saranno 21 le nazioni rappresentate in questa gara.
Il sogno lungo 103 km partirà alle 5 del mattino del 22 aprile 2017 attraverso boschi, vigneti, strade bianche, attraverserà il fiume Orcia, lambirà Bagno Vignoni e salirà a Pienza (la città Ideale del Papa Pio II) attraverso la terra “di vento e di deserto”, culla di una civiltà contadina mai doma, il verde il rosso e il giallo dei campi di grano; Attraverserà Pienza e San Quirico D’Orcia e dopo aver attraversato la Valle di Triboli salirà a Montalcino dove partirà la 53 km, passerà al versante amiatino passando per Sant’Antimo e Castelnuovo Abate. Il sogno continuerà verso l’Amiata per salire alle chiare e fresche sorgenti del Vivo d’Orcia e scenderà di nuovo nella valle dopo i favolosi panorami visti dal caratteristico borgo di Campiglia d’Orcia, fino al tratto finale, per risalire e conquistare la Rocca d’Orcia con il meritato traguardo.
Gli organizzatori nel disegnare il percorso hanno pensato al viaggio dei viandanti e pellegrini che hanno attraversato a piedi questa terra per secoli; perchè correre qui, in queste terre, sarà come essere uno di loro “viandanti di un tempo che fu” un sogno ad occhi aperti. Le strade che l’attraversano sono le grandi vie che, in epoca romana, univano Roma all’Oltralpe, la Romea, la Cassia, la Francigena percorsa da Sigerico Arcivescovo di Canterbury e da molti illustri viandanti, guerrieri, santi e briganti; ne fanno testimonianza le fortificazioni, i castelli, le Pievi medioevali ancora presenti sul territorio. Ai piedi dell’Amiata, il vulcano spento più alto d’Italia, scorre il fiume Orcia, apparentemente un rigagnolo, ma capace di far sentire la sua forza se le piogge sono abbondanti; la valle è un susseguirsi di dolci colline la cui vegetazione e i suoi colori variano a secondo delle stagioni, i colori sterili delle argille delle biancane, i tufi dorati e le rocche che hanno ispirato artisti come i pittori senesi del rinascimento. Terra di vento e deserto che può suscitare al visitatore sintonia armoniosa, ma anche ansia e solitudine ma mai indifferenza. Se qui vi soffermate penserete “ io in questo posto ci sono già stato”, può darsi che lo abbiate visto nei numerosi film girati o negli spot pubblicitari o in milioni di altre immagini o addirittura in una vita precedente, ma esserci dentro vi sorprenderà, sarete dentro il sogno lungo 100 km.
Questa è la Val d’Orcia, terra dove ancora l’agricoltura non si è arresa al progresso e ancora oggi propone al mondo intero sapori prelibati come i famosi vini che meritano appellativi aristocratici come il re Brunello e il Nobile di Montepulciano e l’astro nascente Orcia Rosso, formaggi unici come il pecorino di Pienza e quella cucina “povera” che ha dato origine alla dieta Mediterranea, e la gente, la popolazione, che continua ad accogliere i viandanti e a renderli partecipi di una sincera convivialità. i luoghi che tutto il mondo invidia, le dolci colline che aspettano la primavera per esplodere in una miriade di colori, territorio plasmato nei secoli dall’uomo che qui ha saputo estrarre dalla natura cibi prelibati e vini eccelsi. territorio attraversato nei secoli da tutti i più grandi personaggi che transitavano verso Roma, percorrendo le famose strade secollari come la Cassia e la Francigena.
Foto: Anthony-Argentieri