“Lux Wines”: con Argiano e Allegrini arriva Jermann

“Lux Wines”, la divisione di alta gamma della distribuzione di E. & J. Gallo, aggiunge un’altra perla alla sua collezione di griffe dal Belpaese enoico e, dopo la storica azienda del Brunello di Montalcino Argiano, ufficializza l’accordo per l’importazione e la vendita sul mercato Usa, di gran lunga il più importante al mondo per valori importati,
Come si legge su WineNews, uno dei siti più cliccati dagli amanti del wine&food, dopo aver aggiunto di recente la storica azienda del Brunello di Montalcino Argiano, che è andata ad affiancare, nel prestigioso portafoglio di griffe dal Belpaese enoico, la “casa” Allegrini (che a Montalcino produce Brunello nella cantina San Polo), Pieropan, etichetta iconica di Soave, e Renato Ratti, azienda storica di Barolo e protagonista della classificazione ante litteram del prestigioso territorio piemontese, guidata oggi da Pietro Ratti, nella divisione di alta gamma della distribuzione di E. & J. Gallo (“Lux Wines”), arriva anche la friulana Jermann. Punto di riferimento per la produzione bianchista non solo del Nord Est, ma d’Italia, deve la sua fama a Silvio Jermann, pronipote di Anton Jermann, che nel 1881 lasciò la regione vinicola del Burgenland, in Austria, per trasferire l’attività di famiglia tra i vigneti di Villanova di Farra, in Friuli Venezia Giulia. Qui, Silvio, nel 1975 iniziò a produrre il Vintage Tunina, una delle etichette di maggior successo dell’azienda, un uvaggio di Sauvignon, Chardonnay, Ribolla Gialla, Malvasia e Picolit capace di conquistare i palati dei più importanti wine writer del mondo. Oggi, l’azienda si estende per 150 ettari complessivi, di cui 120 vitati, per una produzione complessiva di 750.000 bottiglie.
Continua, dunque, l’opera di ampliamento del portafoglio aziendale di “Lux Wines”, che muove ogni anno 960 milioni di bottiglie, rispondendo ad una dinamica individuata e raccontata da lungo tempo da analisti e specialisti del settore: la crescita della fascia medio alta di prezzo sul mercato Usa, meglio nota come “premiumisation”.